Mister Centomila e i prestanomi, la truffa delle società fittizie
Il sistema delle società fittizie e delle operazioni inesistenti sembra essere un fenomeno sempre più diffuso nel panorama imprenditoriale italiano, come dimostra il processo Basso Profilo che vede alla sbarra 47 imputati, tra cui Umberto Gigliotta, noto come Mister Centomila, imprenditore di Catanzaro. L’accusa sottolinea come Gigliotta si avvalesse di una serie di prestanomi, tra cui Ieso Marinaro e la moglie Daniela Paonessa, per la gestione di società solo sulla carta e per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
L’analisi delle chat acquisite rivela che questi prestanomi venivano utilizzati anche per effettuare versamenti o operazioni finanziarie, tra cui l’acquisto di veicoli che finivano nella disponibilità della famiglia di Gigliotta. La carta di credito di Paonessa è stata addirittura utilizzata per pagare la settimana bianca o la retta della scuola dell’infanzia della figlia di Gigliotta, dimostrando come le società fossero utilizzate come una sorta di bancomat personale.
Ma non solo. Il processo ha portato alla luce anche la presenza di altri prestanomi, come Liberato Paciullo, preposto alla gestione di società come la Lipa e la Metal Service, con movimentazioni notevoli di denaro sempre su disposizione di Gigliotta. Anche la società Grt è risultata intestata in modo fittizio, utilizzata come una sorta di bancomat per l’acquisto di auto di grossa cilindrata, senza alcuna giustificazione rispetto all’attività di ristorazione che la società esercitava.
Ma forse il momento più significativo del processo è rappresentato dalla vendita della quota del locale Mops da parte di Gigliotta nel 2018. L’imprenditore, secondo quanto emerso dall’inchiesta, avrebbe ceduto la sua quota perché il socio non aveva le capacità di gestire l’attività imprenditoriale che richiedeva investimenti per allestire ex novo un ristorante. Tuttavia, Gigliotta avrebbe mantenuto il controllo del locale, dichiarando addirittura che il Mops era “cosa sua”, come dimostrano le conversazioni intercettate sul suo telefono.
In sintesi, il processo Basso Profilo mette in luce il sistema delle società fittizie e delle operazioni inesistenti, che sembra essere un fenomeno dilagante nel panorama imprenditoriale italiano. Un sistema che permette di nascondere attività illecite, di sottrarsi ai controlli e di utilizzare le società come bancomat personali. Tuttavia, la giustizia sembra avere gli strumenti per smascherare questi meccanismi, come dimostra il processo in corso.