Un ventenne di Reggio Calabria con precedenti è stato fermato dai Carabinieri della Stazione di Catona: nel garage della sua abitazione scoperti due fucili a canne mozze con matricola abrasa, una pistola a salve e oltre 50 munizioni
Nella serata di sabato, un ventenne di Reggio Calabria, già noto alle forze dell’ordine per precedenti di polizia, è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Catona. Il giovane è stato trovato in possesso di un vero e proprio arsenale nascosto nel garage della sua abitazione, situata nel quartiere Arghillà, noto per situazioni di degrado e criminalità. L’operazione rientra in un programma di controlli straordinari disposti dall’Arma dei Carabinieri per arginare la diffusione di armi illegali, un problema crescente e motivo di forte preoccupazione per le autorità locali.
Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto due fucili a canne mozze con matricola abrasa, una pistola a salve, e oltre 50 munizioni. Tutto il materiale è stato prontamente sequestrato, e per il giovane sono scattati gli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria. L’accusa che grava sul ventenne è di detenzione abusiva di armi, un reato che il codice penale italiano punisce severamente, soprattutto in contesti dove il rischio di escalation criminale è alto.
Questa operazione dei Carabinieri rappresenta una delle molteplici azioni di contrasto alla criminalità che vengono costantemente condotte nella provincia di Reggio Calabria, con particolare attenzione alle aree più fragili dal punto di vista sociale e urbanistico. Arghillà, infatti, è da tempo nel mirino delle autorità per le difficili condizioni di degrado e l’alto tasso di microcriminalità. L’intervento dei militari, oltre a evidenziare la presenza attiva dello Stato in queste zone, si propone come un segnale di fermezza verso l’illegalità diffusa.
Il ritrovamento di armi illegali come fucili modificati e munizioni pericolose sottolinea il rischio crescente nella zona, e l’operazione dei Carabinieri intende non solo sottrarre potenziali strumenti di violenza dalle mani di soggetti non autorizzati, ma anche rispondere a un bisogno di sicurezza sentito da gran parte della popolazione. La percezione di insicurezza è infatti una delle problematiche che più affligge i residenti, che spesso vedono il proprio quartiere ostaggio di attività illecite.
In questa fase preliminare delle indagini, è fondamentale ricordare che l’indagato gode del principio di presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, un diritto sancito dal nostro ordinamento. L’operazione di sabato sera ha offerto un’ulteriore dimostrazione dell’impegno costante dell’Arma nel ripristinare legalità e sicurezza in un territorio complesso, rispondendo così alla crescente necessità di azioni incisive contro la criminalità organizzata e l’uso di armi clandestine.
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