Nei giorni scorsi, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha sottoposto a sequestro il compendio aziendale, i relativi beni strumentali e diversi rapporti bancari e finanziari riconducibili ad un imprenditore reggino operante nel settore edile.
Il provvedimento ablativo è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Procura della Repubblica, all’esito di approfondimenti investigativi, anche di natura patrimoniale, condotti da personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria.
L’imprenditore, nei cui confronti è stato disposto l’odierno sequestro, negli anni scorsi era stato coinvolto in una vicenda giudiziaria in quanto ritenuto partecipe di un cartello diimprese, che attraverso un sofisticato meccanismo di offerte concordate, puntavano ad aggiudicarsi lavori pubblici, di rilevante importo, banditi da diversi enti della provincia di Reggio Calabria (Operazione “Entourage”).
Al tempo, indagato per associazione a delinquere, turbativa d’asta, illecita concorrenza nel settore edile, falso materiale e ideologico ed altri reati, fu anche destinatario di un’ordinanza che disponeva il divieto temporaneo (due mesi) di esercitare attività professionali e/o imprenditoriali nel settore dell’edilizia pubblica, ma è stato poi assolto per alcuni capi di imputazione e prosciolto, per intervenuta prescrizione, per altri.
L’esito del processo penale, tuttavia, non ha impedito, alla luce delle nuove indagini disposte nell’ambito del procedimento di prevenzione, di accertare, allo stato, la pericolosità sociale del soggetto e configurare un anomalo arricchimento (sproporzione tra beni acquistati e redditi prodotti) proprio nel periodo in cui l’imprenditore sarebbe stato coinvolto nelle cennate vicende giudiziarie.
L’impresa, già destinataria di un provvedimento di interdittiva antimafia emesso dalla Prefettura di Reggio Calabria, che ne precludeva la contrattazione con la Pubblica Amministrazione, è stata ora affidata ad un Amministratore Giudiziario, che ne curerà la gestione assicurando il prosieguo dell’attività sotto il controllo dell’Autorità Giudiziaria.
L’attività, frutto della sinergica azione di Autorità Giudiziaria e forze di Polizia, mira ad arginare, secondo quello che è lo spirito del Codice Antimafia, l’inquinamento del mercato e della sana imprenditoria, con l’intento di garantire trasparenza nelle gare pubbliche, sana concorrenza e libero mercato.