Dall’inizio dell’anno ad oggi conseguiti importanti risultati operativi nell’attività preventiva e repressiva di contrasto al fenomeno dello sfruttamento del lavoro e dell’intermediazione illecita
Nell’ambito dell’azione di contrasto condotta, in ambito nazionale, dalle task – force dei Carabinieri dell’Arma Territoriale e delle Unità Specializzate, il Comando Provinciale di Reggio Calabria, in osmosi con il Gruppo CC Tutela Lavoro di Napoli e con il Gruppo CC Forestali di Reggio Calabria, nel periodo compreso tra il 1 Gennaio 2019 ed il mese di ottobre del corrente anno, ha svolto una pervicace attività preventiva e repressiva di contrasto al fenomeno dello sfruttamento del lavoro e dell’intermediazione illecita.
Massimizzando lo sforzo operativo verso le aree della Provincia ritenute particolarmente sensibili ed interessate in via prioritaria della diffusione di attività illecite in materia lavoristica.
Nel corso dell’anno 2019, l’Arma dei Carabinieri in Provincia di Reggio Calabria, nello svolgimento dei servizi anti-caporalato, ha impiegato oltre 250 unità, tra personale dell’Arma territoriale e personale specializzato, deferendo all’Autorità Giudiziaria 47 persone per violazioni penali in materia di lavoro, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Nell’ambito dei servizi, sono stati identificati circa 350 lavoratori, in gran parte braccianti agricoli impiegati nella raccolta stagionale degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro, controllate circa 80 aziende, eseguite numerosissime perquisizioni personali e veicolari ed elevate sanzioni amministrative per un ammontare di 292.604 euro.
Si tratta di risultati frutto di una costante sinergia tra tutte le componenti dell’Arma dei Carabinieri presenti sul territorio reggino che ha permesso, nell’anno in corso, di registrare un evidente incremento, in termini percentuali, delle attività preventive e di contrasto al fenomeno del caporalato.
I servizi anti caporalato in atto saranno ulteriormente incrementati nei prossimi giorni in concomitanza con l’aumento della richiesta di manodopera agricola per la raccolta degli agrumi, attività, quest’ultima, svolta in gran parte da lavoratori extracomunitari spesso costretti a lavorare in condizioni di sfruttamento e, talvolta, in assenza di alcuna forma di tutela.