Il Tribunale di Locri ha accolto l’istanza presentata dai difensori di Lucano.
Divieto di dimora come alternativa agli arresti domiciliari.
L’ex sindaco di Riace era coinvolto nell’inchiesta “Xenia” sui presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti.
La misura di divieto di dimora nel Comune di Riace era stata adottata come misura alternativa agli arresti domiciliari cui Lucano era sottoposto da Ottobre. Quindi, si era trasferito a Caulonia, comune limitrofo a Riace.
L’appello al Presidente della Repubblica.
Nelle scorse settimane, il Comitato Undici Giugno, nato a sostegno dell’ex sindaco, si rivolge al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attraverso un post su Facebook.
Nel lungo post si legge che a causa di questo “esilio politico“, l’ex primo cittadino non può far visita a suo padre, uomo anziano e gravemente malato.
Si chiedeva, quindi, di poter garantire a Mimmo Lucano una breve visita al padre.
All’appello si era unito anche Nicola Zingaretti che aveva manifestato la sua vicinanza sia al Comitato che a Lucano.
La revoca del divieto di dimora
Non era la prima volta che i difensori di Lucano presentavo istanza per la revoca del divieto di dimora nel comune calabrese.
Oggi, però, la buona notizia.
I legali hanno comunicato in anticipo la disposizione adottata dal tribunale, suscitando nell’ex sindaco sentimenti di gioia e soddisfazione.
Mimmo Lucano ora è in attesa della notifica di provvedimento ma può tornare a Riace.
“Sono felice, tornerò subito“, ha dichiarato l’ex primo cittadino.