Sono stati i legumi ad aprire la prima giornata di Profondo Food alla XXesima edizione del Salone del Gusto di Torino. Ieri si è così dato il via a una cinque giorni dedicata alla cultura dell’ambiente ed alla tutela del territorio calabrese- è scritto in un comunicato diffuso dall’Ufficio Stampa della Giunta-, attraverso la valorizzazione dei propri prodotti e delle proprie tradizioni. Chef d’eccezione Delfino Maruca. Prima che buono, giusto e pulito è stato invece lo slogan del primo workshop a cura dell’Autorità di Gestione PSR Calabria 2014-2020. Presenti la Dirigente del settore “Qualità e Promozione delle produzioni agricole e delle attività agrituristiche, Agricoltura sociale” del Dipartimento Agricoltura Alessandra Celi, Raffaella Conci di Cooperative Terre Joniche e Elisabetta Grande di Aiab Calabria.
“Nella passata programmazione – ha dichiarato Alessandra Celi – abbiamo investito oltre cento milioni di euro sul biologico. Con la programmazione 2014/2020 dei fondi comunitari in Agricoltura la consapevolezza dell’importanza delle pratiche bio in Calabria è cresciuta notevolmente. E non si tratta solo di un fattore economico, ma soprattutto di un nuovo
senso di responsabilità nei confronti dei nostri territori, del patrimonio di biodiversità della nostra regione, dell’ambiente e anche della nostra salute. Il PSR, Programma di Sviluppo Rurale della Calabria 2014//2020, infatti, ha stanziato 240 milioni euro a sostegno del bio. Il biologico è
uno stile di vita, una filosofia, è salvaguardia dell’ambiente. La Regione ha intensificato i controlli per verificare che le metodologie e le strumentazioni siano conformi alla legge, e sostiene anche
l’agricoltura sociale – ha aggiunto Celi – la diversificazione in attività non agricole, al fine di rivitalizzare le aree rurali, ma anche per realizzare forme alternative ed innovative di mercato, e per inserire a livello sociale e lavorativo soggetti svantaggiati. Un modo anche per promuovere le pari opportunità e per contribuire alla creazione ed allo sviluppo dei servizi di base nelle aree rurali e nelle aree interne e per supportare i servizi socio sanitari. Non da ultimo, con il PSR puntiamo a
sostenere l’aggregazione: solo facendo rete tra loro, i produttori diventano competitivi sui mercati nazionali ed internazionali”.
“Perché oggi fare biologico è una scelta di vita per noi e per i nostri territori – ha dichiarato Elisabetta Grande – Fare bio in Calabria è poi quasi naturale, soprattutto per chi vive nell’entroterra, viene istintivo. Sapere che siamo nella giusta direzione perché vuol dire non solo buono,
ma rispetto dell’ambiente e tutela dei lavoratori, per conservare il territorio per le generazioni successive”.
Restituire dignità alla terra, fare impresa su un territorio confiscato vuol dire dare delle opportunità di lavoro all’insegna della legalità in quei territori che in passato sono stati usati dalla criminalità. E’ la storia di Raffaella Conci di Terre Joniche.
Profondo Food è arrivato poi in Africa, con l’incontro “Fare orti nel deserto del Sahel. Sfamare l’Africa è possibile”, con Francesco Mele consigliere nazionale di Slow Food, Babacar Sarr Slow Food Louga-Namerel, Senegal e Simona Guida, responsabile policy Ong CISV. Cibo ma anche musica, Africa e liquirizia. La Calabria al centro del Mediterraneo. Spettacolo di musiche tradizionali provenienti da tutto il mondo e degustazione di liquirizia calabrese. I racconti dal territorio, gli aneddoti divertenti, ma anche tante abitudini dal sapore antico. A dargli voce il cantastorie Peppe Voltarelli che ha affascinato con la sua chitarra i tanti spettatori.
Silvio Greco, Docente Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo, insieme a Raffaele Denami del Dipartimento Agricoltura Regione Calabria, Gaetano Mercatante, presidente di Aprocal e il produttore Gabriele Crudo, hanno presentato il pecorino del Monte Poro. Un formaggio di pecora
lavorato a latte crudo, prodotto nel rispetto del bene animale, che non viene forzato per le quantità, e che si contraddistingue nel sapore anche grazie all’alimentazione libera e naturale delle pecore stesse. La lavorazione a crudo permette al formaggio di mantenere tutte le sue proprietà e i suoi profumi. Ottimo l’abbinamento al miele di castagno e al miele di acacia in base alla stagionatura.
A chiudere la serata il cuoco Delfino Maruca che ha cucinato le castagne di Serrastretta.