Sandro Principe e illustri politici calabresi in manette: scambio di voti con la mafia

tribunale catanzaro
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Dieci persone sono state arrestate dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza su ordine della Dda di Catanzaro. Fra gli arrestati ci sono un ex sottosegretario al Lavoro Sandro Principe, ex assessori e consiglieri, quattro esponenti di vertice della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Ruà”, egemone in provincia di Cosenza, per cui è stata disposta la custodia in carcere mentre per gli altri si è fatto ricorso alla misura dei domiciliari.

L’ex sottosegretario è stato un sindaco di Rende, e assessore e consigliere regionale della Calabria. Gli altri destinatari del provvedimento sono un ex consigliere regionale della Calabria e consigliere comunale di Rende;un ex sindaco di Rende ed ex consigliere provinciale; un ex consigliere provinciale di Cosenza ed ex assessore Comunale di Rende; un ex assessore comunale di Rende. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione.

Le indagini, condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, sono state svolte dal Nucleo investigativo del comando provinciale di Cosenza e hanno delineato un “intreccio” politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del consiglio comunale di Rende, dal 1999 al 2011, per il rinnovo del consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del consiglio regionale della Calabria del 2010, di ottenere l’appoggio elettorale da parte di personaggi di rilievo della cosca di ‘ndrangheta “Lanzino-Rua’” di Cosenza, gia’ tutti definitivamente condannati per “associazione mafiosa”, in cambio di favori.

Tra le attività llecite riscontrate che hanno permesso di smantellare un sistema collaudato ultradecennale, con il fulcro nell’amministrazione comunale di Rende, ci sono quelle relative all’affidamento in gestione di locali pubblici comunali a benficio di personaggi appartenenti alla ‘ndrangheta, all’assunzione presso la societa’ “municipalizzata” preposta alla gestione dei servizi comunali, di soggetti vicini al gruppo criminale, al mancato licenziamento di alcuni di questi nonostante alcune condanne, la promessa dell’erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc, da un personaggio di vertice della cosca, per la gestione dell’area mercatale di Rende.

Le assunzioni presso la “municipalizzata”, in particolare, hanno riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo del sodalizio di ‘ndrangheta, Ettore Lanzino.

Questi ‘favori’ erano il frutto di patti elettorali stipulati in occasione delle varie competizioni politiche e che vedevano costantemente coinvolta la cosca “Lanzino/Rua’”, i cui esponenti non si adoperavano nelle attività di procacciamento di voti per motivi politici, ma per il solo perseguimento di interessi della cosca, dando quindi appoggio a candidati diversi o di differenti fazioni.

L’attività d’indagine, inoltre, ha fatto emergere come, anche in occasione della campagna elettorale del 2014, per il rinnovo del consiglio comunale di Rende, sia stato “interessato”, benché detenuto, uno dei quattro sodali raggiunti da misura cautelare, oggi a 41 bis, per ottenere il suo assenso e le indicazioni alla cosca per fornire l’appoggio elettorale.

L’uomo, intercettato durante un colloquio in carcere poneva come condizione insuperabile il pagamento di una cospicua somma di denaro, lamentando gli scarsi benefici ottenuti dalla cosca nel recente passato, nonostante si fosse occupato di monitorare l’attività politica dai principali candidati.

I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Procura della Repubblica di Catanzaro, alle ore 11 alla presenza dei vertici della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.