Durante la conferenza stampa del Festival di Sanremo, è stato chiesto un commento circa il tema attuale dei migranti. La risposta di Claudio Baglioni, sebbene pacata, ha immediatamente suscitato delle polemiche tra gli utenti del web poiché interpretata fortemente critica nei confronti dell’attuale governo e delle scelte politiche del ministro Salvini il quale ha ovviamente replicato, via social, ironizzando sulle considerazioni dell’artista. Ma non basta, la direttrice di RAI Uno annuncia che il prossimo anno Baglioni non potrà fare Sanremo.
Baglioni, coerentemente a quanto ha sempre espresso in questi anni, in sintesi, ha dichiarato: “Ho sempre pensato che gli artisti fanno delle battaglie sociali perché, anche una carriera fortunata e blasonata, ha bisogno di ‘normalizzarsi’. Si diventa cittadini per esprimere il proprio pensiero. A Lampedusa già 25 anni fa si avvertiva il fenomeno degli sbarchi, ma l’intenzione della mia manifestazione e degli oltre 300 artisti che hanno partecipato, era quella di dire ‘noi siamo preoccupati di quanto sta accadendo, con viaggi ‘irregolari’. Ci auguravamo appunto che il movimento non cadesse in mano all’illegalità, allo sfruttamento, alla non gestione. La classe politica e dirigente, ma anche forse quella pubblica, ha mancato paurosamente e vediamo le gravissime ripercussioni: oggi il nostro Paese è incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi ‘altro’, visto come essere pericoloso. Il nostro e non solo è un paese rancoroso, guardando tutti con sospetto anche la nostra ombra. Ritengo che le misure prese da questo governo, ma anche da quelli precedenti non siano adatte. Penso che ora siamo di fronte ad una grana davvero grossa. Non possiamo pensare di risolvere questi problemi, evitando gli sbarchi di persone, dividendosele tra i diversi paesi. Bisognerebbe dire la verità e chiarire che siamo di fronte a un enorme problema mettendosi tutti a lavorare insieme per risolverlo. Quest’anno ricorre anche il 30esimo anniversario della caduta di Berlino: il quel momento il mondo ha pensato di essere felice insieme. Ora invece stiamo ricostruendo muri, non li abbiamo mai abbattuti. E non credo che questo faccia la felicità degli esseri umani.
Noi ci attacchiamo all’idea della leggerezza come eserciti di buona volontà. Gli artisti hanno questo straordinario regalo di potere essere i trombettieri di qualche buona battaglia. Le vicende di oggi, se non fossero drammatiche sarebbero da ridere. Non si può pensare di risolvere questo problema evitando lo sbarco di quaranta persone, siamo alla farsa.”
Come si evince, il contenuto non è provocatorio o irrispettoso. Trattasi di pura opinione che qualunque cittadino potrebbe esprimere.
Dai commenti inferociti sulla pagina dell’artista, si nota come si conosce poco Baglioni e il suo impegno sociale attraverso la Fondazione O’ Scià che ha visto in Lampedusa lo svolgimento di varie manifestazioni volte a sensibilizzare l’opinione pubblica circa il tema dei migranti. Manifestazioni alla quale hanno partecipato in massa fan dell’artista, provenienti da tutta Italia, e fa meraviglia, come oggi, alcuni di questi riversino parole astiose verso il proprio beniamino.
Proprio a Lampedusa, è abbastanza nota la sua residenza privata che ha accolto dei migranti sbarcati sull’isola in cerca di riparo. Questo per rispondere soprattutto a chi lo invita a ospitare migranti ‘a casa sua’.
Occorre anche ribadire che Baglioni ha pubblicato diverse canzoni a tema sociale, non escluso il tema dei migranti, ‘Isole del Sud’ ne è il più recente esempio, ma anche ‘Al Di Là del Ponte’ racconta vicende simili. Se vogliamo dirla tutta anche ‘Cincinnato’ (1971) era un migrante. Probabilmente la sua immagine di artista narrante amori estivi e drammi sentimentali prevarica su un’immagine tutt’altro che disimpegnata. Forse pochi sanno che il tema ‘umano e umanitario’ sebbene sotto forma poetica, è sempre stato presente in ogni lavoro pubblicato. Basti pensare a canzoni come ‘Uomini Persi’ o ‘Ninnananna Nannaninna’ che nel 1974 fu addirittura censurata. Ma Baglioni di censure per canzoni di ‘denuncia politica’ ne ha un’altra all’attivo ed è ‘Caro Padrone’ (1972).
Forse pochi ricordano la sua partecipazione (contestatissima) a Torino per Amnesty International, ad esempio, e il concerto per la FAO. Pochi sanno o non ricordano che, l’anno scorso, una somma sostanziosa è stata donata ad Amatrice, questo per rispondere a chi gli rimprovera di non pensare agli italiani umbri sommersi dalla neve.
Infine, non ci si capacita del perché un artista non sia libero di esprimere una propria idea, un’opinione, solo perché benestante e perciò obbligato a parlare solo di musica, quando si dimentica che è un cittadino votante e… pensante.
Baglioni non ha bisogno di avvocati però sembra che informarsi oppure aprire link di articoli siano cose superflue per alcuni utenti del web e chissà se Baglioni stesso non abbia silenziosamente capito che oggi quel rancore da lui condannato, si è scagliato contro di lui, per un messaggio di pace e fraternità esternato.
Buon Sanremo a tutti, anche a quelli che lo scorso anno, hanno applaudito, commuovendosi, all’ascolto del toccante monologo di Pierfrancesco Favino. O si è dimenticato anche quello?
Annamaria Gnisci