I due scafisti, convinti di poter contare sul silenzio dei migranti, sono stati smascherati a causa di incongruenze linguistiche e di un messaggio trovato sul telefono di uno di loro
La Polizia ha fermato due scafisti di origine afgana, ritenuti responsabili del trasporto di 130 migranti giunti sulle coste calabresi il 2 febbraio 2025. L’operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, in collaborazione con la Procura della Repubblica.
Dopo lo sbarco, i migranti sono stati trasferiti presso il Regional Hub di Isola Capo Rizzuto per le procedure di identificazione. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per ricostruire le modalità del viaggio dalla Turchia all’Italia e identificare i responsabili del trasporto.
I sospetti si sono concentrati su due uomini che si erano dichiarati di nazionalità afgana. Tuttavia, gli agenti hanno notato anomalie nella loro versione: i due non comprendevano la lingua afghana e, analizzando il telefono di uno di loro, è emerso un messaggio scritto in un idioma diverso da quello dichiarato.
Le testimonianze di alcuni migranti hanno confermato i sospetti: i due uomini erano stati visti al comando dell’imbarcazione durante la traversata. Alla luce delle prove raccolte, la polizia ha proceduto al fermo dei due scafisti, che ora si trovano nel carcere di Crotone a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini proseguono per chiarire ulteriori dettagli sulla rete di trafficanti e sulle modalità operative del viaggio.
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