Scandalo sanitario a Catanzaro: 15 arresti per corruzione e truffa

Guardia di finanza, Procura di Catanzaro
Guardia di finanza, Procura di Catanzaro

Operazione Sartoria: 15 indagati tra imprenditori, dirigenti medici e pubblici ufficiali per frodi e corruzione in appalti sanitari da 33 milioni di euro

In un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito oggi un’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, applicando misure cautelari personali a 15 individui accusati di vari reati tra cui corruzione, concussione, e truffa aggravata ai danni dello Stato.

L’operazione, avvenuta nella giornata odierna, ha visto l’arresto domiciliare di due imprenditori e di un dirigente medico-docente universitario dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro. Inoltre, tredici pubblici ufficiali sono stati sospesi dai loro incarichi. Questi includono dipendenti di diverse strutture sanitarie della Calabria e un consigliere comunale della provincia di Catanzaro.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, hanno rivelato gravi irregolarità in nove appalti pubblici per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro. Questi appalti, gestiti dalla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria e da altre istituzioni locali, sarebbero stati pilotati tramite bandi e capitolati orientati a favorire specifiche società, violando i principi di concorrenza e trasparenza.

Sono stati ipotizzati reati di corruzione, con benefici promessi o erogati ai pubblici ufficiali coinvolti, in cambio di favori illeciti a favore di operatori economici. Inoltre, sono emerse accuse di falsificazione nei concorsi pubblici e truffa legata alla distribuzione del fondo incentivi per le funzioni tecniche, coinvolgendo dipendenti dell’ex A.O. “Pugliese-Ciaccio”.

Particolarmente grave è l’accusa di truffa contro un dirigente medico che, nonostante fosse legato da un contratto di esclusività con l’ex A.O.U. “Mater Domini” e l’Università “Magna Graecia”, lavorava clandestinamente in due cliniche private. Questo schema sarebbe stato facilitato da società fantasma che emettevano fatture false, permettendo al medico di incassare somme in contanti.

Nel corso dell’operazione, sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di circa 530.000 euro. Le indagini sono ancora in fase preliminare e necessitano di ulteriori verifiche processuali.

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