Scuola di Zambrone: un’istituzione in crisi

A corto di bidelli e di servizi. I genitori stanno protestando.

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scuole chiuse, aule

La scuola è una delle principali agenzie di socializzazione dopo la famiglia. Un luogo dedito all’istruzione e all’educazione, ma, diciamoci la verità, anche un posto sicuro in cui lasciare i figli tranquillamente per dedicarsi al lavoro e ad altre commissioni. Tuttavia, quando questa tranquillità viene a mancare si verifica un vero problema.

È quanto sta succedendo a Zambrone, al distaccamento scolastico di Tropea. Un plesso che comprende le classi dei gradi dell’infanzia, primaria e secondaria. Un centinaio di bambini con soli due collaboratori scolastici. Insomma, esistono solamente due bidelli (uno per le classi di infanzia e primaria, uno per le classi secondarie). Sembra che il problema derivi dal fatto che i collaboratori vengano nominati periodicamente, a rotazione e senza continuità.

Da questa carenza ne conseguono altre: servizi igienici sporchi e inadeguati, poca supervisione e la sospensione del servizio mensa, quindi l’impossibilità di effettuare i rientri pomeridiani.  Una delle preoccupazioni dei genitori riguarda la prossimità dei cancelli principali alla strada e, in assenza di supervisione, questo potrebbe comportare un pericolo per i figli che potrebbero andare a finire sotto una macchina. Per tali motivi i genitori, che fin’ora erano stati pazienti fin dall’inizio dell’anno scolastico, adesso non stanno facendo entrare i figli a scuola e stanno sostando davanti l’entrata in segno di protesta.

“Un ente pubblico come quello della scuola che teneva unite le famiglie in un piccolo paese significa perdere davvero tanto e ridurre il nostro piccolo paesello alla morte” afferma un genitore in un’intervista del TGR Calabria.

La dirigente scolastica Giuseppina Prostamo ha affermato “La situazione è stata segnalata all’Ufficio Regionale Scolastico dal 20 Giugno. [..] Potrei avere la possibilità di nominare direttamente il personale, ma finchè non arriva la deliberatoria non posso fare nulla”.

Dal Provveditorato rispondono che una soluzione si troverà, ma i tempi non saranno brevi e probabilmente non combaceranno con quelli del diritto allo studio dei bambini.