Scarico illecito di acque reflue e inquinamento atmosferico: sequestrato a Vibo Marina un deposito petrolifero per gravi violazioni ambientali e mancata autorizzazione alle emissioni
Un’operazione della Guardia Costiera di Vibo Valentia ha portato oggi al sequestro preventivo penale di un deposito costiero di prodotti petroliferi situato nell’area portuale di Vibo Marina. Il blitz, condotto dal Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di Porto nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, si inquadra in un’azione volta alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
L’area sequestrata copre una superficie di circa 26.700 metri quadrati e ospita impianti destinati allo stoccaggio e alla movimentazione di prodotti petroliferi liquidi. La società responsabile è accusata di avere scaricato acque reflue industriali nella rete fognaria superando i limiti di legge per sostanze come azoto nitroso, tensioattivi, ferro e idrocarburi. Inoltre, le emissioni in atmosfera erano gestite senza le necessarie autorizzazioni.
L’indagine ha incluso un monitoraggio della qualità dell’aria condotto con il supporto tecnico dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria). I rilevamenti hanno evidenziato valori anomali di benzene nell’atmosfera, un dato che rappresenta un rischio potenziale per i lavoratori del sito produttivo e per l’ambiente circostante.
Un’altra grave violazione riguarda l’assenza delle verifiche preliminari sulla compatibilità ambientale degli impianti, come previsto dalla normativa vigente. Questo mancato adempimento ha portato all’elevazione di un verbale di accertamento con sanzioni amministrative che possono oscillare tra i 35.000 e i 100.000 euro, a discrezione della Regione Calabria, secondo quanto stabilito dall’art. 29 del Testo Unico Ambientale.
L’operazione, svolta in collaborazione con l’Arpacal e l’Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) di Vibo Valentia, proseguirà per verificare ulteriori eventuali violazioni alle normative ambientali e di sicurezza sul lavoro. La Procura di Vibo Valentia, che coordina l’inchiesta, ha sottolineato la gravità delle irregolarità emerse e l’importanza di garantire il rispetto delle leggi per la tutela del territorio e dei cittadini.
Questa vicenda evidenzia ancora una volta l’urgenza di un monitoraggio costante delle attività industriali per prevenire danni all’ambiente e alla salute pubblica.
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