Intercettato un secondo carico di armi nascosto in una portacontainer proveniente dalla Cina e diretto in Libia, grazie a una segnalazione dell’intelligence americana
GIOIATAURO (RC), 04 LUG 2024 – Per la seconda volta in meno di un mese, il porto di Gioia Tauro è stato teatro di un importante sequestro di armi destinate alla Libia. Il 28 giugno scorso, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria e l’Agenzia delle Dogane hanno confiscato un nuovo carico di armi a bordo della portacontainer Msc “Apolline”.
Come avvenuto dieci giorni prima, le armi erano destinate a Khalifa Haftar, il generale libico filo-russo noto per il suo controllo su Bengasi. La nave sequestrata, lunga 400 metri e larga 61, era partita da Yantian, il porto di Shenzhen, Cina, ed aveva circumnavigato l’Africa per evitare gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, facendo successivamente scalo a Valencia e Barcellona.
Decisiva è stata la segnalazione delle autorità statunitensi, che hanno avvisato le autorità italiane del contenuto illecito dei container. Già nel precedente sequestro del 18 giugno, la notizia delle armi a bordo era giunta dall’intelligence americana, sottolineando un allarme crescente riguardo alla rotta utilizzata per il traffico di armi.
Questo sequestro si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da tensioni elevate tra l’Occidente e le forze filo-russe. La rotta tra Cina e Libia, via Gioia Tauro, sembra diventare sempre più critica, con le autorità italiane e americane in stato di allerta per prevenire ulteriori traffici illeciti.
Il porto di Gioia Tauro si conferma un nodo cruciale nella lotta contro il traffico internazionale di armi, grazie alla collaborazione tra le autorità italiane e americane. La vicenda evidenzia ancora una volta l’importanza della cooperazione internazionale nella gestione delle crisi globali e nella prevenzione delle attività illecite che alimentano conflitti e instabilità.
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