Arresto domiciliare per l’imprenditore Bruno Crucitti, indagate quattro persone nell’inchiesta sulla gestione illecita di oltre cinquemila tonnellate di rifiuti nel torrente Valanidi
In seguito a un’incisiva operazione condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Reggio Calabria, una persona è stata posta agli arresti domiciliari, mentre altre quattro risultano indagate in relazione a un’organizzazione criminale accusata di gestire un traffico illecito di rifiuti. L’indagine, svolta dai carabinieri della Stazione di Rosario Valanidi, ha rivelato che l’organizzazione avrebbe riversato illegalmente oltre cinquemila tonnellate di rifiuti speciali nel torrente Valanidi, provocando disastro e inquinamento ambientale nella zona.
L’imprenditore Bruno Crucitti, 65 anni, è stato colpito da un provvedimento di arresto domiciliare, mentre gli indagati Daniele Crucitti, Francesco Crucitti, Edoardo Belfiore e Giovanni Salvatore Vittoriano dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, disastro e inquinamento ambientale, attività di gestione di rifiuti non autorizzata e occupazione abusiva di suolo pubblico.
L’arresto è stato eseguito in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e del Procuratore Aggiunto, Stefano Musolino. Il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo dell’intero patrimonio di un’azienda specializzata in attività di demolizione e movimento terra, la Crucitti Group Srl, di cui sono stati confiscati quote sociali e patrimonio aziendale.
L’inchiesta ha rivelato il coinvolgimento di individui con precedenti in materia ambientale e per associazione per delinquere di tipo mafioso, con alcuni di loro già colpiti da provvedimenti antimafia in passato. Gli indagati, con un’età compresa tra i 35 e i 65 anni, sono stati individuati grazie a diversi sopralluoghi dei carabinieri sul torrente Valanidi, dove avvenivano gli sversamenti illeciti di rifiuti, in pieno giorno. Si tratta principalmente di inerti provenienti da attività edili.
Il Gip ha esteso il sequestro preventivo a conti correnti bancari, autocarri, mezzi d’opera ed alcune automobili di lusso appartenenti agli indagati e all’azienda coinvolta. L’operazione, denominata “Torrente Pulito”, rappresenta un ennesimo passo delle autorità nel contrasto alle attività illecite legate allo smaltimento illegale di rifiuti e alla gestione ambientale non autorizzata.
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