Un arresto per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni
Personale della Polizia di Stato dell’U.P.G.S.P. (Squadra Volante), nella serata di ieri ha tratto in arresto, in flagranza di reato, M. G. di anni 59 per maltrattamenti in famiglia, minacce e lesioni consumati ai danni della moglie di anni 56.
L’arrestato, residente in questo centro storico, veniva sorpreso mentre minacciava di morte la coniuge, dopo averla aggredita, mettendogli le mani al collo nel tentativo di soffocarla e ferita con un coltello da cucina.
L’intervento istantaneo del personale della Squadra Volante è stato reso possibile dalla segnalazione anonima giunta al 113 da parte di un cittadino, che sicuramente nella circostanza ha evitato ulteriori più gravi conseguenze.
Trasportata presso il locale nosocomio, i sanitari emettevano certificazione attestante la diagnosi/prognosi: “contusione del polso sinistro, escoriazioni al collo, escoriazioni del polso destro” 5 gg. di guarigione s.c.”.
Immediatamente informato il P.M. di turno, presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari diretta dal dott. Mario Spagnuolo, disponeva il piantonamento dell’arrestato in Questura, in attesa di Udienza per Direttissima.
In questa circostanza, il cittadino con una telefonata, ha messo fine ad un dramma che poteva finire in femminicidio.
Non denunciare, anche anonimamente, prepotenze, soprusi, angherie, potrebbe portare a violenze ancora più gravi.
Per tali motivi le donne e gli uomini della Polizia di Stato giornalmente sono impegnati in prima linea contro la violenza di genere, non solo in campagne informative ma anche con l’app “Youpol” attraverso la quale il cittadino può segnalare, anche anonimamente, episodi si spaccio, bullismo e reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche.
Il Questore della provincia di Cosenza dott.ssa Giovanna Petrocca, invita le donne, i figli, i nonni, le persone diversamente abili, che subiscono violenze di qualunque genere, non solo all’interno del nucleo familiare, a denunciare all’Autorità Giudiziaria ed alle Forze dell’Ordine i maltrattamenti subiti, anche anonimamente, atteso che a volte la paura di denunciare induce il soggetto attivo ad amplificare tutte le forme di violenza già impunemente poste in essere, da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio.