Tirocinanti di inclusione sociale, lotta per contratti e dignità lavorativa dopo 12 anni di servizio fondamentale, con rischio di precarietà per 4000 lavoratori e impatto sui servizi locali
Il 13 dicembre, i tirocinanti di inclusione sociale (TIS) provenienti da tutta la Calabria organizzeranno un sit-in di protesta davanti alla Prefettura di Catanzaro. L’iniziativa è promossa da NIdiL CGIL Calabria, FeLSA CISL Calabria, UILTemp Calabria e USB FdS Calabria, che chiedono l’attenzione e il supporto della comunità e delle istituzioni.
Attualmente, i circa 4000 TIS sono in attesa dell’approvazione di una norma che regoli la loro contrattualizzazione. Nonostante l’emendamento approvato a luglio scorso per la loro stabilizzazione, si è riscontrata l’impossibilità degli enti utilizzatori di applicarla a causa della mancanza di copertura economica. La recente presentazione di un nuovo emendamento, formulato per garantire la contrattualizzazione a 18 mesi con una copertura finanziaria di 40 milioni di euro, ha subito una serie di battute d’arresto. Dopo essere stato inizialmente riformulato senza il comma sulla copertura finanziaria, è stato successivamente ritirato, lasciando i TIS senza prospettive concrete per il futuro.
Questi lavoratori, riconosciuti essenziali dagli amministratori locali per la fornitura di servizi fondamentali, si trovano in una situazione precaria senza un contratto regolare, tutele previdenziali, diritti a ferie, malattie e permessi garantiti. Dopo circa 12 anni di formazione e tirocinio, integrati nelle amministrazioni locali, sono ora privi di sicurezza lavorativa e affrontano progetti rinnovati annualmente, legati alla speranza di trovare risorse o volontà politica sufficienti.
La mancata approvazione della norma per la contrattualizzazione dei TIS comporta gravi conseguenze. Prima di tutto, si rischia la perdita di 4000 unità di personale che hanno sostenuto la pubblica amministrazione locale calabrese nell’ultimo decennio. Ciò potrebbe portare a un indebolimento significativo della qualità della vita nelle comunità, che improvvisamente si troverebbero senza i servizi cruciali forniti da questi lavoratori.
Inoltre, la mancanza di un reddito sicuro colpisce direttamente 4000 famiglie, molte delle quali monoparentali o con un solo reddito, che dipendevano dall’indennità di tirocinio per la propria sopravvivenza. Questa situazione non solo genera problemi sociali significativi ma può anche avere ripercussioni sull’ordine pubblico.
La situazione assume contorni di particolare gravità considerando che tirocinanti provenienti dallo stesso bacino, ma che hanno prestato servizio presso ministeri come Giustizia, Beni Culturali e Scuola, sono stati contrattualizzati per 18 mesi con finanziamenti totalmente statali. Tale disparità è percepita come fortemente discriminatoria e alimenta la determinazione di NIdiL CGIL, FeLSA CISL, UIL Temp e USB a promuovere un’azione sindacale incisiva, coinvolgendo istituzioni e sensibilizzando l’opinione pubblica sulla necessità di un intervento urgente per garantire dignità e sicurezza lavorativa a questi tirocinanti.
LEGGI ANCHE: Sciopero nazionale il 5 dicembre del personale sanitario