Un’azienda della grande distribuzione ha sfruttato 87 lavoratori in nero o con contratti part-time falsati, trattenendo indebitamente contributi previdenziali
TROPEA (VV), 16 DIC 2024 – Un’operazione congiunta condotta dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Tropea, dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dall’I.N.P.S. di Vibo Valentia ha portato alla luce gravi e sistematiche irregolarità sul fronte del lavoro nero e della legislazione sociale. Le indagini, effettuate su una società attiva nel settore della grande distribuzione, hanno evidenziato violazioni che coinvolgono ben 87 lavoratori dipendenti e che si sarebbero protratte dal 2020 al 2024.
Le verifiche hanno permesso di quantificare un recupero contributivo superiore ai 730 mila euro, segnando un importante risultato nell’ambito del “Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso”. L’intervento si inserisce in una strategia più ampia, avviata dal Governo, che prevede un’azione coordinata per contrastare il lavoro irregolare e garantire la legalità, con particolare attenzione a territori come la Costa degli Dei, frequentemente oggetto di abusi in ambito lavorativo.
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dall’indagine riguarda la gestione contrattuale dei lavoratori: quasi tutti i dipendenti risultavano formalmente assunti con contratti part-time, ma in realtà svolgevano orari di lavoro full-time o comunque superiori a quanto dichiarato. A questa pratica si aggiungeva spesso il mancato riconoscimento delle maggiorazioni contributive spettanti per le ore di lavoro domenicali.
Un ulteriore illecito riguarda l’inquadramento contrattuale: le mansioni effettivamente svolte dai lavoratori non coincidevano con quelle indicate nel Libro Unico del Lavoro, configurando evidenti irregolarità.
Non meno grave è il sistematico inserimento arbitrario di assenze non retribuite nel Libro Unico del Lavoro, con conseguenti trattenute indebite sui contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti.
Le indagini hanno rivelato che la società avrebbe illecitamente usufruito di agevolazioni fiscali e contributive, tra cui quelle legate alla “Decontribuzione Sud” e ai benefici previsti per le assunzioni o trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato. Questi sgravi, riservati a imprese che rispettano specifici criteri di regolarità, sarebbero stati ottenuti violando la normativa vigente.
Oltre alle irregolarità di natura fiscale e contributiva, sono state riscontrate gravi carenze anche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Per queste violazioni, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro ha disposto la sospensione dell’attività aziendale, confermando l’urgenza di un intervento drastico per tutelare i lavoratori.
La Guardia di Finanza continua a svolgere un ruolo cruciale nella lotta contro l’economia sommersa, con particolare attenzione al fenomeno del lavoro nero e irregolare. Questo tipo di attività illecite rappresenta una grave minaccia per il sistema economico nazionale: sottraggono risorse all’erario, compromettono i diritti dei lavoratori e alterano le dinamiche di concorrenza tra le imprese.
Grazie a un’azione coordinata e al lavoro della task force nazionale, interventi come quello di Tropea dimostrano che la lotta al lavoro sommerso non solo protegge i diritti dei lavoratori, ma contribuisce a ripristinare condizioni di equità nel tessuto produttivo italiano.
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