Truffa sul reddito di cittadinanza: due denunce a Locri

carabinieri locri
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Due persone sono state denunciate per aver ottenuto il reddito di cittadinanza senza averne diritto, dichiarando falsamente di risiedere in Italia mentre, attraverso accertamenti, è emerso che dimoravano all’estero

LOCRI (RC), 7 NOV 2024 – Proseguono senza sosta le attività di controllo sui beneficiari del reddito di cittadinanza da parte dei Carabinieri della Compagnia di Locri. Durante un’indagine mirata sul territorio, i militari hanno denunciato due persone per truffa aggravata: i due indagati avrebbero percepito il sussidio statale pur non avendo diritto a riceverlo, in violazione dei requisiti fondamentali di residenza.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i soggetti avevano dichiarato di risiedere stabilmente in Italia per ottenere il beneficio, ma gli accertamenti hanno rivelato che entrambi vivevano effettivamente all’estero. Per poter ottenere il reddito di cittadinanza, infatti, è necessario risiedere in Italia da almeno 10 anni, con almeno 2 anni di residenza continuativa recente, condizione che i due indagati non rispettavano.

La verifica della loro residenza estera è stata possibile grazie alla collaborazione con il Centro di Cooperazione Internazionale di Ventimiglia, che ha permesso di tracciare il luogo effettivo di dimora dei soggetti. Inoltre, un’indagine sui consumi elettrici intestati agli indagati ha confermato l’assenza di utilizzo in Italia, confermando così la loro residenza all’estero.

A seguito di queste verifiche, i Carabinieri hanno constatato che l’I.N.P.S., ente erogatore del reddito di cittadinanza, aveva già trasferito somme rilevanti ai due individui, portando così all’attivazione immediata delle procedure per la sospensione del sussidio e il recupero dei fondi ottenuti illecitamente.

Le indagini e i controlli condotti dall’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria sono ormai parte di un’attività di contrasto continua, finalizzata a tutelare le risorse destinate alle fasce più deboli della popolazione, spesso minacciate da comportamenti fraudolenti. Tali azioni, infatti, mirano non solo a reprimere gli abusi, ma a proteggere il sistema di welfare e a evitare un danno economico sia per lo Stato che per chi ha realmente bisogno di sostegno economico.

L’adozione dei provvedimenti è avvenuta in fase di indagini preliminari e i due indagati sono attualmente presunti innocenti, in attesa di un’eventuale sentenza definitiva.

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