Regione Calabria: ultima nelle statistiche, prima come incompetenza in materia di sicurezza sul lavoro
La governatrice, che non parla con le parti sociali anche dopo numerosi solleciti, che ha lasciato i lavoratori in tutti i posti di lavoro ed in particolar modo quelli della sanità in condizioni pietose nel lavorare senza dispositivi di sicurezza, – con l’aggravante che oggi scadono i contratti e partono i licenziamenti – che vuole chiudere le frontiere della regione, crediamo debba mettersi un attimo il cervello in pace – questo quanto riporta una nota stampa a firma di Antonio Jiritano dell’ USB Confederale Calabria.
L’ordinanza di apertura delle attività calabresi proprio dove c’è maggiore circolazione di persone ci pare inopportuna. Probabilmente la Santelli vuole fare politica di opposizione al Governo centrale, ma non gli permettiamo di farla sulla pelle dei lavoratori calabresi. Abbiamo già perso tantissime vite umane e ci sono tantissimi contagi – prosegue la nota – ora vorremmo capire nella fase acuta della peggiore emergenza sanitaria mai vissuta dal nostro Paese, dopo aver lottato come USB, contro i ritardi, le lacune e le omissioni nell’applicare le prescrizioni previste dalla leggi e dai vari DPCM, come e con quali strumenti pensa di riaprire.
Dove sono gli acquisti, le precauzioni, le direttive, un stralcio di regolamento valido per tutte le aziende per evitare i contagi sia dei lavoratori che degli utenti che praticano le attività che lei pensa di riaprire? Con quale modalità vengono disciplinati i sistemi di ingresso nelle attività commerciali dei lavoratori e utenti con riferimento al controllo della corporatura corporea, l’obbligo di comunicazione dell’eventuale variazione del rischio biologico derivante dal virus, l’aggiornamento del DVR, nonché l’individuazione dei soggetti autorizzati alla raccolta e al trattamento dei dati dei lavoratori, necessari per prevenire arginare il rischio epidemico per ogni attività aperta al pubblico? Chi li effettua? Chi li deve svolgere? Quali sono le attività preventive che il datore deve mettere in campo per essere in regola con i nuovi obblighi?
Come USB – aggiunge – quello che ci riguarda con particolare interesse è il punto di vista della sicurezza e salute di tutti ma con particolare implicazione anche alla privacy dei lavoratori oltre alla parte relativa alle modalità d’ingresso nelle attività commerciali di pubblico.
Quali sono le norme sanitarie che lei governatrice mette in atto per tutelare il personale e anche i datori di lavoro, prima dell’accesso nei bar e ristoranti, al controllo della corporatura corporea, e vietando l’ingresso qualora questa sia superiore ai 37,5°? Come lavorano in condizioni di sicurezza i dipendenti con il distanziamento ed i DPI che non dispongono?
Chi verifica ed eventualmente preclude l’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni generali, la responsabilità è in capo alla governatrice?
Oggi cara governatrice come fa Lei ha ordinare: “Io apro tutto?” . Ci sono normative previste o disposte dagli organi competenti, in quanto la finalità di prevenzione dalla diffusione del Coronavirus deve essere svolta da soggetti che istituzionalmente esercitano queste funzioni in modo qualificato. Se vogliamo il rispetto delle norme, La invitiamo pertanto di ragionare prima di emettere ordinanze di questo tipo. Non si chiude la Calabria in un giorno la Calabria e non si aprono invece le attività senza preavviso e senza alcun criterio di sicurezza.
Come Unione Sindacale di Base – conclude Antonio Jiritano – esprimiamo tutta la nostra inquietudine per il suo avvio della Fase 2. Lei è stata incapace di gestire la fase 1, ora perseveriamo?
Aggiungiamo che tutti i lavoratori in tutti i settori oggi riscontrano criticità legate alla pulizie, alle sanificazioni degli ambienti di lavoro, distanziamenti e DPI carenti se non assenti.
La USB si batterà affinché questo mandare al massacro i lavoratori e l’utenza “comandata” da chi sta comoda seduta su soffici poltrone pagate dai calabresi, non accada!