È stata un’esplosione causata da una bomba, collocata nell’auto in uso a padre e figlio, a provocare nel pomeriggio la morte di Matteo Vinci, di 42 anni, di Limbadi (Vibo Valentia) e il grave ferimento del padre Francesco che è stato trasferito in ospedale in prognosi riservata. Vinci è stato candidato alle ultime elezioni comunali.
La bomba gli avrebbe fratturato le gambe, impedendogli di uscire dall’auto, che nel giro di poco tempo è stata distrutta dalle fiamme. Il padre dell’uomo, dopo l’esplosione ha chiamato la moglie chiedendole di avvertire i soccorsi. Sul posto sono immediatamente arrivati i Vigili del fuoco e i carabinieri.
Immediatamente si è recato sul posto il pm Mancuso, della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che ha preso in mano le indagini.
Vinci non aveva mai avuto a che fare con indagini di ‘ndrangheta. Ma con il clan Mancuso si. Sara Mancuso, sorella dei boss dell’omonimo clan mafioso, è proprietaria del terreno confinante con il suo campo e secondo alcune indiscrezioni, quel terreno che i Vinci avevano nelle campagne di Cervolaro era ambito dagli uomini del clan. Ma i Vinci non avevano intenzione di cedere. Attriti che nel tempo si sono rinvigoriti.
Questo è altri episodi hanno spinto il prefetto Guido Longo a convocare d’urgenza un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.