“Un profumo di libertà pervade Vibo Valentia. La gratitudine della gente comune dimostrata alle forze dell’ordine con fiori, caffè e biglietti di ringraziamento è il segno che qualcosa sta cambiando, che c’è una coscienza nuova di chi non vuole più girarsi dall’altra parte, di chi è stanco di silenzi complici, di una città agli ultimi posti delle classifiche e ai primi per ogni record in negativo, gente che vuole liberarsi dalla cappa di corruzione e collusione sotto cui la provincia è stata annichilita. Cittadini e cittadine che non vedono l’ora di vedere una nuova primavera, fatta di responsabilità e impegno di ciascuno ma anche di diritti e lavoro. C’è un’alternativa e non sembra poi così lontana”.
Lo afferma in una nota l’associazione “Libera” , che sottolinea di voler creare un momento di raccoglimento dei più per mostrare vicinanza ad uno Stato che ha lavorato e che lavora senza sosta per l’affermazione di principi di legalità come strumenti di giustizia sostanziale.
Un appello dunque, a ritrovarci tutti e tutte martedì 24 dicembre alle ore 10,00 in piazza San Leoluca, simbolo della nostra città, per una passeggiata della legalità fino al Comando Provinciale dei Carabinieri. Un modo questo, per mostrare il volto di una comunità che, piena di speranza, ha voglia di rialzarsi. Un modo per rendere omaggio alle donne ed agli uomini in divisa che, con abnegazione e massima dedizione, ogni giorno sono in trincea.
I “Cento Passi” di Vibo – prosegue Libera- , per riappropriarci dei nostri luoghi, della dignità calpestata da giochi di potere occulti e violenti e per sentirci tutti un po’ più Stato. L’appello è rivolto a tutti: alla politica (quella vera), affinché faccia della legalità non sterili banderuole da campagna elettorale ma etica del fare e vocazione dell’essere. Una politica che stigmatizzi il puzzo del compromesso sociale e faccia dell’onesta pratica per la realizzazione del bene comune. Agli imprenditori, per rivendicare il diritto di fare impresa senza sottostare a ricatti, che possano sentire la necessità di liberarsi dalle catene del racket e dell’usura ed essere unici proprietari del frutto delle loro fatiche. Ai sindacati ed alle associazioni di categoria, ai loro rappresentanti e agli stessi rappresentati. Alle cittadine e ai cittadini comuni, per mostrare il vero volto di una città che come diceva Gramsci, odia gli indifferenti, odia chi non parteggia.
“Non è più tempo di dire che non c’è più tempo – conclude l’associazione – incontriamoci e iniziamo a costruire insieme”.