Di seguito una dichiarazione di Wanda Ferro sulla nomina di don Mimmo Battaglia a vescovo della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti.
E’ una nuova prova d’amore, forse la più dura di tutte, quella che Papa Francesco ha chiesto a don Mimmo Battaglia, chiedendogli di allontanarsi dalla sua comunità per servire Dio in altre terre che hanno bisogno della sua guida attenta e affettuosa. Posso solo immaginare quanto coraggio e quanta umile dedizione riempiano oggi il suo cuore, cercando di lasciare spazio alla gioia immensa per la sua nomina a Vescovo, un raggio di luce che mostra nella sua storia di uomo e di sacerdote un esempio da seguire. Una gioia condivisa da un’intera comunità che ha voluto salutarlo con emozione nella Chiesa Cattedrale, nell’abbraccio tanto stretto di chi non vorrebbe lasciare andar via una persona cara. Chi ha conosciuto il Centro Calabrese di Solidarietà, ha visto riempirsi di vita gli occhi di tanti giovani che alle loro spalle avevano soltanto solitudine e vuoto. Don Mimmo e i meravigliosi operatori del Centro hanno teso loro la mano, hanno dato loro un orizzonte, una speranza, una strada da percorrere e una ragione per vivere.
Dialogando con loro, sapendo comprendere i disagi, le ribellioni, i dubbi e gli errori, aiutandoli a ricostruire, un passo alla volta, i propri sogni. Con tanta umiltà e tanta forza: penso a quanta ne sia servita nei momenti più difficili, nell’urlo di dolore straziante delle battaglie perse e delle vite portate via da una maledetta siringa di troppo. L’ordinazione a vescovo di don Mimmo Battaglia è un segno chiaro che la Chiesa manda a tutti noi, che siamo chiamati a non voltare le spalle a questa sofferenza, che siamo invitati a stringerci, ancor di più oggi che don Mimmo va via, intorno al Centro e a tutte le realtà che ogni giorno affrontano, anche sostituendosi alle istituzioni, il dramma del disagio e della devianza e che sono impegnate nel sostegno ai più deboli.
Don Mimmo, che anche dal suo nuovo e gravoso incarico sono certa non farà mai mancare la sua vicinanza alla comunità catanzarese e al Centro che ha guidato per tanti anni, è l’esempio di una Chiesa capace di affermare la centralità dell’uomo, del rispetto della vita, del valore della solidarietà e della misericordia, l’attenzione per i giovani come seme da coltivare con cura per fare crescere la pianta di una società più giusta, onesta, solidale, attenta ai bisogni dei più deboli.
Nel salutare don Mimmo, senza poter nascondere lacrime miste di gioia e di tristezza, dobbiamo provare ad essere all’altezza di questa sfida, seguendo il solco da lui tracciato con impegno e sacrificio, e mostrando attenzione e impegno fattivo verso quelle realtà di disagio drammaticamente presenti nella nostra società, e nei confronti delle quali siamo troppo spesso colpevolmente distratti.