3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa

Immagine di FNSI

Il 3 maggio è la “giornata mondiale della libertà di stampa”. Da molto tempo, sono sempre più i giornalisti e le giornaliste che vedono modificare e restringere lo spazio di azione. Operatori dell’informazione che non riescono a fare adeguatamente il proprio mestiere a causa di provvedimenti persecutori.

La Giornata è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993. La Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1991 aveva risposto alla richiesta dei giornalisti africani. Alla loro storica e determinante Dichiarazione di Windhoek sul pluralismo e l’indipendenza dell’informazione.

Secondo FNSI, il sindacato dei giornalisti italiani, “Sono 289 le segnalazioni censite nel 2022 sulla Piattaforma per la promozione della sicurezza dei giornalisti e analizzate nel report.”

La libertà di stampa continua il suo inesorabile degrado non solo in Italia che nel 2023 vede la sua posizione leggermente migliorata rispetto al 2022. Infatti, secondo RSF, l’Italia è oggi al 41 posto invece del 58.

In tutta Europa, ci sono giornalisti assassinati, imprigionati, aggrediti fisicamente, perseguitati per via giudiziaria o sottoposti a campagne diffamatorie.

Almeno 12 i giornalisti e gli operatori dei media uccisi mentre svolgevano il loro lavoro per raccontare al mondo la guerra di aggressione della Russia all’Ucraina, e almeno altri 21 sono rimasti feriti. Ben 127 i reporter detenuti al 31 dicembre 2022 principalmente, ma non solo, nelle prigioni di Turchia, Bielorussia, Russia, Azerbaigian: il 60 per centro in più rispetto al 2021. Cresce il ricorso alle azioni legali per intimidire i giornalisti e sempre più la voglia di bavaglio attraversa l’Europa, con proposte di legge liberticide che vengono discusse nel parlamenti nazionali.”, riporta in una nota la FNSI.

Fonte la Stampa

La classifica 2023 del RSF per monitorare la stampa nel mondo

I primi paesi virtuosi che svettano nella classifica di RSF sono: Norvegia, Irlanda e Danimarca. Seguono, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi.

L’Italia sale dal 58 posto al 41, peggiore di Moldavia e della Slovacchia. Ultime in classifica, la Cina e il Nord Corea.

Ricordiamocene ogni volta che un giornalista è minacciato e ricordiamoci che la libertà di espressione è un diritto inalienabile anche e soprattutto per i cittadini.

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