Stiamo seguendo in quest’ultimo periodo il susseguirsi delle vicende legate all’ imminente Fase 2 legata all’ emergenza sanitaria covid – 19 che ha coinvolto la nostra penisola dalla Valle d’ Aosta fino in Sicilia.
È ormai opinione consolidata che il nuovo Coronavirus oltre a rappresentare una tragedia dal punto di vista sanitario rappresenta anche un’ altra altrettanto importante tragedia economica che coinvolge diversi settori produttivi e commerciali della nostra nazione.
Non per essere di parte, ma il settore food and beverage è il settore o forse il primo settore maggiormente colpito dalla nuova crisi economica scaturita dalla pandemia di coronavirus.
Orgogliosamente ne facciamo parte di questo settore , e ne difendiamo valori e principi, metodi e concetti, poiché food and beverage non è solo un significato intrinseco fine a sé stesso ma è un modo di essere, un modo di concepire la vita, il proprio tempo e i propri spazi.
Per coerenza e tradizione dei prodotti trattati ci viene difficile e a tratti impossibile poter pensare di far rinunciare ai nostri clienti il piacere di un caffè al banco rigorosamente in piedi come la stessa tradizione “impone”, come riteniamo una eresia poter pensare di servire col modello “pit stop” al tavolino un semplice caffè “al volo”.
Riteniamo in maniera convinta che durante e dopo questa pandemia ogni cosa deve stare al proprio posto, così come l’ abbiamo lasciata, abbiamo già cambiato e sofferto molto per le modifiche allo stile di vita che nostro malgrado prima e per necessità poi abbiamo dovuto subire.
Non condividiamo le diatribe e le scaramucce politiche nonché i bracci di ferro di questi ultimi giorni sulle riaperture, aggiungiamo noi prive di qualsiasi logica.
La mancanza di chiarezza è il più grave dei mali in periodi di guerra, così come la mancanza di una visione di medio lungo periodo di chi, come le istitutuzioni, dovrebbero accompagnare le imprese fuori dal tunnel attraverso azioni mirate e precise.
Passiamo su un altro aspetto, quello prettamente imprenditoriale.
Nella nostra mission aziendale, c’è solo ed esclusivamente la tutela delle aziende stesse, e di tutto ciò che è insito nella stessa parola.
Per la nostra società ” azienda” è famiglia, quella dei nostri collaboratori, dei nostri partner, le nostre.
Non aprire ora vuol dire per noi tutelarla da uno tsunami economico che lascerà per strada morti e feriti.
Il nostro compito è tutelare tutti, lo faremo fino alla morte, lo faremo per non compromettere gli ambiziosi piani di sviluppo che l’ azienda ha programmato nel biennio prossimo.
Il Byblos Café il 4 maggio non riaprirà anche qualora il Sindaco dovesse emanare un’ ordinanza come quella della Regione Calabria.
Preferiamo per le ragioni sopra esposte, e per la tutela della salute dei nostri clienti e dipendenti accostarci al prossimo DPCM.
Giovanni Caglioti
Amministratore C&C srl