Un approfondito sguardo sullo stato attuale del terzo settore calabrese tra emigrazione, difficoltà finanziarie e sfide istituzionali
Ieri, presso il suggestivo Parco degli Enotri di Mendicino (Cs), sede della Fondazione Carical, si è svolta la presentazione del quinto volume della stimata serie “Geografie Meridiane”. L’evento ha visto la partecipazione di illustri figure del mondo accademico, dell’innovazione sociale e del Terzo Settore calabrese.
Il focus di questo quinto volume, intitolato “Calabria, il sociale senza società”, si interroga sul destino del sociale in una regione in cui la popolazione continua a diminuire a causa dell’emigrazione. Durante l’incontro pubblico, curato da Josephine Condemi in collaborazione con Giulia Polito, sono stati presentati i risultati e le analisi dell’approfondimento. Le voci autorevoli dei protagonisti del volontariato, delle cooperative sociali, delle fondazioni bancarie, dell’imprenditoria e dell’università hanno tracciato un percorso attraverso la complessa storia del sociale in Calabria, culminando con l’approvazione del regolamento di applicazione della legge quadro regionale sui servizi sociali, un traguardo atteso per ben 20 anni. Le sfide della nuova programmazione degli ambiti territoriali e del PNRR sono state approfondite dall’assessore regionale alle Politiche sociali, Emma Staine.
La Calabria, la regione con il reddito medio pro capite più basso d’Italia (appena 16.190 euro), si trova di fronte a un’ampia emigrazione, con otto persone su mille che scelgono di lasciare la regione, e undici nella provincia di Crotone, il tasso più elevato tra tutte le regioni italiane. I dati evidenziano una situazione critica, accentuata anche dai cambiamenti di residenza in entrata, con tre delle quattro province italiane a saldo migratorio netto più basso che si trovano in Calabria. Nel periodo 2002-2022, ben 157.934 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato la regione, rappresentando una diminuzione del 32,2%.
Il Terzo Settore si trova a fronteggiare interrogativi cruciali: quali risposte può offrire in una regione in cui la spesa procapite dei Comuni per i servizi sociali è di soli 28 euro l’anno, a fronte di medie di 66 al Sud e 132 al Nord? L’originario intento di deistituzionalizzare il sociale in Calabria sembra oggi minacciato dalla sua possibile istituzionalizzazione interna.
Particolare enfasi è stata posta sulla raccolta dei dati di settore e sulla sostenibilità economica. I protagonisti delle esperienze di cambiamento, come la cooperativa “Kiwi” (Rosarno, Rc), la Fondazione Trame (Lamezia Terme, Cz), il GOEL – Gruppo Cooperativo (Siderno, Rc), “Le Seppie” (Belmonte, Cs), il Consorzio Macramé (Reggio Calabria, RC), “Mulinum” (San Floro, Cz), e “Sabir” (Caccuri, Cr), hanno condiviso generosamente le loro esperienze, dando voce non solo ai momenti positivi ma anche alle sfide incontrate, evitando ogni retorica delle eccellenze.
Le tre parole chiave per lo sviluppo della Calabria, affidate a Giovanna Vingelli, Gianluigi Greco e Gianni Pensabene, rispettivamente direttori del centro di Women’s Studies “Milly Villa” UniCal, del dipartimento di “Matematica e informatica” UniCal, e presidente di Fondazione Carical, sono “Donne”, “Intelligenza Artificiale” e “Cooperazione”.
L’incontro ha incluso i saluti iniziali di Gianni Pensabene, seguiti dalla presentazione del focus book a cura del direttore di Vita, Stefano Arduini. Gli interventi dei rappresentanti delle sette esperienze di cambiamento, coordinati da Josephine Condemi, hanno preceduto la tavola rotonda conclusiva, moderata dal direttore Arduini. Tra gli ospiti, Luciano Squillaci, portavoce del Forum del Terzo Settore calabrese; Giorgio Marcello, docente di sociologia UniCal; don Giacomo Panizza, presidente di Comunità Progetto Sud; Giovanna Vingelli e Sabina Licursi, docenti di sociologia UniCal. Nonostante l’invito, sono mancati rappresentanti politici della Regione.
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