Caro energia: il terziario il settore più a rischio secondo Fisascat Cisl

Fisascat Cisl, FORTUNATO LO PAPA
Fisascat Cisl, FORTUNATO LO PAPA

«Quanto lamentano le imprese in termini di costi legati al caro energia avrà ripercussioni importanti sui lavoratori. Un esempio è quanto successo con aziende che si sono ritrovate  in poco tempo dal premiare i dipendenti a dovere applicare la cig. È opportuno allora che la Regione convochi le parti sindacali, datoriali e le associazioni per trovare misure che possano mettere in sicurezza il sistema produttivo, economico e sociale».

Il segretario regionale Fisascat Cisl Fortunato Lo Papa interviene sulle ripercussioni economiche che la crisi energetica sta portando e che stanno prendendo di punta in particolare le regioni meridionali, che sono quelle più a rischio. «L’inflazione all’8,4 per cento è un dato che non veniva registrato dal 1985. I rincari su luce e gas si stanno abbattendo su un Paese in fase post pandemica che da poco stava assaporando un assaggio di ripresa», incalza il cislino che, preoccupato, invita a riflettere e a coinvolgere tutti gli attori istituzionali e non al fine di tracciare e delineare una via d’uscita.

«Bisogna riprendere in mano le fila della transizione ecologica e snellire le pratiche per potervi accedere e dare ulteriori contributi ad imprese e lavoratori affinché possano dotarsi dei mezzi per tagliare i costi. Rischiamo – continua Lo Papa –  di tornare indietro di decenni, di perdere quanto acquisito. Tutti devono assumersi delle responsabilità e per quanto di loro competenza e intervenire per alleggerire la situazione e il carico che questa ha sui lavoratori».

«L’inflazione che si sta registrando comporterà come conseguenza, un arretramento dei consumi e una rinuncia ad attività e beni non fondamentali. Ecco perché a contrarsi potrebbero essere proprio i settori nei quali sono impiegati i lavoratori dei servizi, del terziario, della ristorazione e del turismo. Non possiamo permetterlo, non possiamo stare a guardare. A rischio, secondo gli ultimi dati ufficiali ci sono 90mila imprese del terziario e questo fa capire quanti lavoratori potrebbe interessare. È ora di fare rete – conclude il segretario –  ed è che ora la Regione convochi un tavolo ad hoc».