Caro energia, l’imprenditore Giovanni Sgrò: “È solo uno sporco affare speculativo”

Sgrò Giovanni
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L’imprenditore di Soverato commenta l’inchiesta di Rai Tre: “Appare evidente l’assenza della politica nella sua funzione di difesa degli interessi collettivi”

“Bisogna aprire gli occhi. Il caro energia è solo uno sporco affare speculativo che si sta consumando sulla pelle dei cittadini”. E’ quanto afferma, in una nota, Giovanni Sgrò, imprenditore da mesi a capo della protesta contro il caro bollette in Calabria. Riprendendo i temi trattati ieri nel corso della trasmissione di Rai Tre “Gas, una storia d’amore e di guerra”, Sgrò ha fissato i punti-chiave dell’inchiesta televisiva.

Innanzitutto “gli enormi guadagni delle grandi multinazionali intermediarie di materie prime e dei loro azionisti che stanno facendo affari d’oro sui mercati globali”.

“La guerra c’entra davvero poco in questo business, tutto scaricato sulle tasche di famiglie e imprese – sottolinea Sgrò. – Basta analizzare la cronologia dei fatti. L’invasione russa dell’Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022. Eppure già a fine 2021 i profitti di società come Vitol, Trafigura e Glencore puntavano alle stelle. La prima, olandese, era passata da 140 miliardi di dollari di fatturato nel 2020 a 279 miliardi nel 2021 con un incremento del 99%. La seconda, multinazionale basata a Singapore, da 147 miliardi di dollari a 231 del 2021 con un +57%. Ed infine la Glencore da 142 miliardi a 207 miliardi, il 42% in più”.

E in Italia? “L’Eni chiuderà con un +4,3 miliardi (miglior risultato dal 2012), mentre solo nell’ultimo trimestre ha aumentato i suoi profitti del 600%. E con Eni festeggiano anche gli azionisti privati: i fondi d’investimento americani (Blackrock, Vanguard, Mfs) e la berlusconiana Mediolanum”.

“Insomma – sottolinea Sgrò – c’è chi accumula denaro e ricchezze senza fine e c’è chi (noi comuni mortali) paga un conto salato. Verrebbe da chiedersi dov’è finita la politica in tutto questo, nelle sue funzioni di organo di rappresentanza e tutela degli interessi dei cittadini-elettori”.
C’è poi la questione del gas dalla Russia. “Lo stiamo per sostituire – spiega Sgrò – con il costosissimo, oltre che devastante per l’ambiente, gas liquefatto americano, e con gli arrivi da altri Paesi come Algeria, Azerbaijan, Turchia, Qatar e Libia, ai quali stiamo affidando, mani e piedi, il nostro destino energetico, quantomeno per i prossimi 10-15 anni. Risultato? In bolletta non troveremo nessun vantaggio. E quanto al livello di democrazia di questi nostri nuovi interlocutori, ci sarebbe tanto da discutere”.

“Dunque, si potrebbe obiettare, bisognava restare legati al cappio di Putin? Certamente no!” chiarisce Sgrò che conclude: “In Italia la questione ambientale e la relativa strada maestra delle rinnovabili sembrano ormai totalmente abbandonate. Se si fa un passo in avanti, ad esempio promuovendo le comunità energetiche, seguono subito altri due passi indietro, con le mille pastoie burocratiche create per ostacolarne la realizzazione pratica. E visti gli interessi, le cifre, gli spropositati benefici che, dal tavolo dell’energia, finiscono direttamente per arricchire i già ricchi, c’è da capire anche perché non se ne verrà mai fuori. A meno che… a meno che la politica non riprenda in mano la situazione e ponga un deciso freno alla speculazione in atto. La speculazione che non produce ricchezza per gli Stati e per i loro cittadini, ma la strappa dai territori e la accumula nei paradisi fiscali. La speculazione delle borse, dei mercati, dei fondi di investimento, degli istituti finanziari, delle multinazionali che perseguono un solo fine: tutto per noi e niente per gli altri”.