Unità sindacale riparte dalla battaglia comune contro il Documento economico e finanziario redatto dal “Governo del cambiamento” che secondo Cigl, Cisl e Uil manca di proposte concrete per lo sviluppo del Paese, per la crescita del Mezzogiorno e per la stabilizzazione degli Lsu/Lpu della Calabria.
La comune piattaforma è stata al centro della riunione degli attivi unitari tenuti questa mattina nella Casa della Cultura della sede della Provincia di Catanzaro.
Alla riunione, presieduta da Raffaele Mammoliti, Segretario generale della Cgil Area vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, dopo la relazione di Francesco Mingrone, segretario generale della Cisl Magna Graecia, con la partecipazione dei Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil, le conclusioni sono state affidate ad Antonio Foccillo, segretario nazionale della Uil, esperto in materia di riforma della pubblica amministrazione, contrattazione del pubblico impiego e politiche delle società partecipate locali.
Per Cigl, Cisl e Uil “la manovra del Governo, pur rappresentando una prima inversione di tendenza, mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico che sia capace di ricomporre e rilanciare le politiche pubbliche finalizzate allo sviluppo sostenibile e al lavoro. Mancano le risorse per gli investimenti poiché si privilegia invece la spesa corrente, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. Una particolare rilevanza nelle proposte delle Organizzazioni sindacali unitarie, poi, riveste – si sottolinea – la questione meridionale. Il rilancio del Mezzogiorno, richiede con urgenza una politica economica non più soltanto orientata al superamento della crisi ma espansiva e capace di far ripartire la produzione e i servizi e generare quel processo di ridistribuzione della ricchezza che è mancato in questi anni. Una politica economica e di sviluppo che non dimentichi il destino dei quasi cinquemila Lsu/Lpu calabresi”.
Secondo Santo Biondo (Uil), il “DEF trascura il Mezzogiorno. Non si possono accorciare le distanze dal resto del Paese se non ci sono politiche specifiche sul lavoro e sul mondo della produzione”. Ecco perché sotto questo aspetto non basta parlare di reddito di cittadinanza, “bisogna dare risposte ai 4500 lavoratori di pubblica utilità e socialmente utili che da 20 anni all’interno delle maglie della Pubblica amministrazione svolgono ruoli importanti. Sotto questo aspetto riteniamo che il Governo nazionale debba prevedere in questa legge di bilancio prima di tutto le deroghe normative per poter consentire ai comuni le stabilizzazioni. Alla Regione Calabria – dice ancora Biondo – che ha dato i 38 milioni di euro utili alla contrattualizzazione rimproveriamo il fatto che non ha costruito in questi anni la legge regionale sulla mobilità per costruire un percorso strutturato per la stabilizzazione”.
E mentre Biondo parla anche della necessità di tornare sul grande tema del porto di Gioia Tauro e sui lavoratori forestati, Raffaele Mammoliti ricorda, oltre alla questione lpu-lsu anche il rafforzamento delle Province e il recupero dei ritardi sulla Zes, addebitabili proprio al Governo che ancora non ha nominato la propria componente nella Governance. “Non possiamo permetterci di bloccare i processi che potrebbero innescare processi di sviluppo produttivo – ha detto ancora Mammoliti -. Questo DEF non ha una visione di Paese, oltre che risorse adeguate per quanto riguarda una politica di sviluppo sostenibile”.
Gli attivi unitari, comunque, per Francesco Mingrone, segretario Cisl “Magna Graecia” Catanzaro-Crotone-Vibo rappresentano “un bel segnale per ritrovata unità sindacale. Presentiamo le nostre proposte ad un Def che non ci piace, lo consideriamo inconcludente: non c’è nulla sulla crescita, per creare posti di lavoro servono investimenti”.
Insomma, la legge di bilancio pensata dal Governo giallo-verde “non risponde alle esigenze della crescita e dello sviluppo. In particolare mancano due questioni fondamentali: il Sud con tutti i suoi problemi e la Pubblica amministrazione”, secondo Antonio Foccillo, segretario nazionale Uil. E se manca l’attenzione al territorio che va rimesso in sicurezza – “ogni volta che piove dobbiamo pregare che non accada nulla – l’elenco continua con l’assenza di adeguate misure al sostegno all’occupazione, specie femminile e giovanile, la defiscalizzazione, la costruzione di nuove infrastrutture per favorire le imprese. Insomma “bisogna creare una situazione di sostegno ad un Paese che ha bisogno di sviluppo – rimarca Foccillo -. E per questo non serve il reddito di cittadinanza che dà la visione di assistenza più che di un vero e proprio investimento, questi soldi andrebbero investiti nelle imprese e nelle assunzioni facilitati”. E venerdì 16 novembre, a Catanzaro, si torna in piazza (Marial).