Oggi facciamo una chiacchierata con Simona Ceglia, una ragazza di Catanzaro che ha scelto l’America per realizzarsi professionalmente. Simona vive stabilmente oltre oceano, quindi la intervistiamo a distanza.
Come hai fatto a lasciare tutto e partire?
“Il primo motivo per cui ho deciso di emigrare in un altro Paese è lo stesso motivo per cui tanti altri italiani hanno deciso di fare la valigia e partire. Purtroppo la terra in cui siamo nati non è il luogo adatto per realizzarsi professionalmente e soprattutto non è il luogo del ‘lavoro dignitoso e gratificante’. È il luogo dove per vivere ci si deve accontentare. Io non mi sono accontentata ed ho guardato laddove ho sempre sognato ed in molti sognano di arrivare: l’America”.
Dove vivi precisamente?
“Vivo da poco più di due anni in una cittadina nel cuore del Massachusetts, Worcester, sono al mio terzo anno di postdoc all’University of Massachusetts- Medical school e nonostante lontana dai miei cari, non rimpiango per nulla questa mia scelta. Sono molto motivata nel fare bene il mio lavoro per il semplice fatto che qui è l’Istituzione a rincorrere lo scienziato e non viceversa. Questa è una grande soddisfazione per chi lavora con dedizione ed impegno”.
Ci spieghi cosa fai di preciso?
“Mi occupo di ricerca scientifica nell’ambito dell’immunologia, nel dettaglio studio il meccanismo molecolare con cui i metaboliti del colesterolo possano regolare la risposta immunitaria dell’organismo. Attualmente studio i miei progetti utilizzando prettamente modelli murini e cellulari”.
Conti di ritornare in Italia?
“Fintanto che l’Italia non cambia sistema, non credo di vedere alcuna prospettiva futura per un eventuale rientro”.
Lavoro, lavoro e solo lavoro, ma ogni tanto pensi a costruire una famiglia?
“Purtroppo per potersi realizzare professionalmente in accademia non sempre si riesce a trovare tempo per se stessi e per la famiglia. Infatti, conosco tante persone che hanno abbandonato questo mestiere per avere più tempo da dedicare ai propri figli, e la maggior parte di queste sono donne. Il mio principale obiettivo è ottenere delle buone e meritevoli pubblicazioni scientifiche, non lo nego: la mia meta sono Science e Nature e perché no? Una pubblicazione su Cell non mi dispiacerebbe affatto”.
Ti senti soddisfatta?
“Attualmente mi sento abbastanza appagata dalla mia vita, anche se si può sempre migliorare”.
Avevi già idea di inserirti lavorativamente parlando in un contesto così lontano dalla Calabria?
“Si avevo già pensato all’idea di lavorare in un altro continente, e comunque sapevo di dover andare prima o poi altrove. Soprattutto perché quando decisi di studiare Biologia e di prendere un PhD in Italia, sapevo ed ero consapevole di cosa mi sarebbe aspettato.Tuttavia è un esperienza che avrei fatto a prescindere dal mio attuale lavoro”.
Hai un sogno nel cassetto?
“Avrei tanti sogni nel cassetto, uno di questi è comprare una casa a Miami”.
Consiglieresti il tuo percorso di vita?
“Consiglierei sicuramente ai giovani di affrontare un esperienza qui in America ed all’estero in generale per il semplice motivo di confrontarsi con diverse culture aiuta a crescere ed arricchire la propria persona. Io se tornassi indietro nel tempo avrei fatto questa scelta in età ancora più giovane, ad esempio avrei preso il PhD qui in America o altrove in Europa”.
Sei credente, in Italia andavi a messa la domenica, continui a manter viva la tua fede?
“In Italia frequentavo attivamente la parrocchia e continuo ancora tuttora a farlo qui, ritagliando la domenica del tempo per l’ascolto della parola di Dio”.