La Calabria affronta una crisi occupazionale con il tasso di disoccupazione giovanile più elevato d’Italia: uno su tre giovani è impiegato, secondo il rapporto dell’Istat
La Calabria, una regione pittoresca situata nel Sud Italia, sta affrontando una sfida economica che colpisce in modo particolare i giovani. Secondo il rapporto recentemente pubblicato dall’Istituto nazionale di statistica (Istat), la disoccupazione giovanile nella regione è attualmente la più alta in Italia, con solo uno su tre giovani che è impiegato. Questo dato sconcertante rivela la difficoltà che i giovani calabresi incontrano nel trovare opportunità di lavoro e l’ostacolo significativo che devono superare nel loro percorso verso l’età adulta.
Il rapporto, intitolato “I giovani del Mezzogiorno”, si concentra sulla fascia d’età tra i 18 e i 34 anni e analizza le sfide che questi giovani affrontano, in particolare il passaggio dall’ambiente familiare alla forza lavoro. Nel corso degli ultimi vent’anni, l’Italia ha perso tre milioni di giovani, con la Calabria che ha subito una delle più grandi diminuzioni, registrando un calo del 31,4% nella popolazione giovanile tra il 2002 e il 2022.
L’Istat identifica diversi fattori che contribuiscono a quello che definisce un “inverno demografico”. Uno dei problemi principali è la mancanza di opportunità di lavoro stabile e di qualità, che costringe i giovani a cercare opportunità altrove o a ritardare il momento di avviare una famiglia. Nonostante la carenza di lavoro sia un problema da tempo conosciuto nel Sud Italia, i dati Istat rivelano un ulteriore peggioramento della situazione. Il tasso di occupazione giovanile tra i 20 e i 34 anni nel Sud Italia, già basso nella generazione precedente (45,3%), è sceso ulteriormente al 41,3%. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto alto, raggiungendo il 23,6%, in netto contrasto con il 9,1% registrato nelle regioni del Centro-Nord.
La situazione in Calabria è particolarmente preoccupante, con solo il 35,8% dei giovani impiegati. Questo rappresenta il tasso di occupazione più basso in Italia, seguito dalla Sicilia con il 37,2% e dalla Campania con il 39,4%. La disoccupazione giovanile nella Calabria è la più alta in Italia, registrando un preoccupante 27,1%. La situazione delle giovani donne calabresi è ancora più critica, con solo il 27,4% impiegate.
Un altro aspetto inquietante è la presenza significativa di NEET (giovani che non sono impegnati in un percorso scolastico o formativo né in un’attività lavorativa) nella regione, con il 46,6% di giovani calabresi che si trovano in questa situazione. Solo la Sicilia fa peggio, con il 53% di giovani NEET. Questi dati sono notevolmente superiori alla media delle regioni del Centro-Nord, che si attesta al 26,5%.
L’Istat sottolinea che non si tratta solo di una mancanza di lavoro, ma anche della prevalenza di lavori precari e atipici, specialmente nel Sud Italia. In Calabria, ad esempio, il 67% dei giovani non ha un contratto “tradizionale”. Questo fenomeno è riscontrabile anche in altre regioni del Sud, come la Sardegna (66,8%), la Basilicata (63,3%) e la Sicilia (60,3%).
La crescente incertezza nella transizione verso il mondo del lavoro ha un impatto negativo sulla qualità della vita dei giovani del Sud. Più della metà dei giovani meridionali (51,5%) si dichiara insoddisfatto della situazione economica, in contrasto con il 40,7% nelle regioni del Centro-Nord. Inoltre, un terzo dei giovani meridionali ritiene che la situazione economica sia peggiorata (35,6%). La crescente insicurezza economica si riflette anche nelle preoccupazioni per il futuro, con oltre il 21,8% dei giovani meridionali che si sente insicuro riguardo al proprio percorso futuro. Questa insicurezza è particolarmente evidente nelle regioni con un basso PIL pro-capite e un alto tasso di disoccupazione, con la Sicilia e la Calabria in testa a questa classifica.
L’insicurezza economica ha anche un impatto sulla tendenza a lasciare la propria famiglia d’origine e a formare una nuova famiglia. Nel Mezzogiorno, il 71,5% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con la propria famiglia nel 2022, in aumento rispetto al 2001 (62,2%). La tendenza al matrimonio e alla procreazione è in calo in tutto il paese, con l’età media al primo matrimonio che è aumentata a circa 36 anni per gli uomini e 33 anni per le donne nel 2021. Questa tendenza rischia di avere un impatto sul ciclo biologico della fertilità e di alimentare la sfida demografica che l’Italia sta affrontando.
In sintesi, la Calabria e il Sud Italia nel suo complesso stanno lottando contro la disoccupazione giovanile e una crescente precarietà nel mondo del lavoro. Questi problemi influiscono negativamente sulla qualità della vita dei giovani meridionali e sulle loro prospettive future. È necessario affrontare queste sfide con misure concrete per fornire opportunità di lavoro stabili e di buona qualità e per sostenere la crescita economica della regione.
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