Italia: meno disoccupati, ma il lavoro per i giovani è un miraggio

lavoro
lavoro

Italia, disoccupazione complessiva in calo al 5,7%, ma cresce l’inattività e il tasso giovanile tocca il 19,2%: luci e ombre sul mercato del lavoro

Il mercato del lavoro italiano, secondo i dati diffusi dall’Istat relativi a novembre 2024, si presenta in chiaroscuro: mentre il tasso di disoccupazione complessivo scende al 5,7%, quello giovanile cresce fino al 19,2%, segnalando una persistente criticità per le nuove generazioni.

L’andamento complessivo del mercato del lavoro mostra un aumento del numero degli occupati rispetto allo scorso anno. Questo progresso è trainato principalmente dai contratti a tempo indeterminato, che confermano una tendenza verso una maggiore stabilità lavorativa. Al contrario, i contratti a termine sono in diminuzione, evidenziando una contrazione nella flessibilità tipica del lavoro precario.

Nonostante i segnali positivi per il mercato del lavoro nel suo complesso, il tasso di disoccupazione giovanile continua a rappresentare un nodo critico. Con un incremento al 19,2%, l’occupazione dei giovani appare bloccata, richiedendo interventi mirati per favorire il loro ingresso stabile nel mondo del lavoro.

Un altro elemento di preoccupazione è l’aumento del tasso di inattività, ora al 33,7%. Questo dato indica che una fetta crescente della popolazione in età lavorativa ha smesso di cercare un impiego, scoraggiata dalle difficoltà del mercato o impegnata in altre attività. Tale trend potrebbe rappresentare un ostacolo alla crescita economica futura e va affrontato con strategie di inclusione e formazione.

Sul fronte economico, l’inflazione, che nel 2023 aveva pesantemente condizionato i bilanci familiari, mostra segnali di rallentamento. I prezzi dei beni alimentari rimangono elevati, continuando a erodere il potere d’acquisto dei consumatori, soprattutto delle famiglie meno abbienti.

In sintesi, il mercato del lavoro italiano presenta elementi di miglioramento, come l’incremento dei contratti stabili e la frenata dell’inflazione. L’aumento della disoccupazione giovanile e del tasso di inattività resta una questione aperta, richiedendo politiche economiche e sociali incisive.

Il 2025 sarà un anno decisivo per valutare l’impatto delle misure messe in campo dal governo e comprendere se questi segnali contrastanti potranno evolversi in una ripresa più solida e inclusiva per tutti i settori della popolazione.

LEGGI ANCHE: La Calabria e il lavoro femminile: un divario che va colmato