Si disponga un protocollo interregionale per fare tamponi e test obbligatori a viaggiatori e turisti diretti in Calabria prima della loro partenza.
Gentile Presidente Jole Santelli,
siamo un gruppo di operatori che si sta attivando per dare un impulso all’economia turistica dell’area del basso Ionio in questo momento di grande difficoltà. La Calabria, che quest’anno sperava in un grande rilancio e che tutti gli indicatori a gennaio la mostravano come grande promessa, si trova a dover fare i conti con questa brutta botta di arresto.
Anche se, per fortuna, non ha pagato un grandissimo prezzo in termine di salute, rischia di pagarne uno enorme in termini economici: le economie più fragili sono le prime ad arrestarsi durante le crisi economiche.
Alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni, e rispetto a quanto emerso stamane sui giornali rispetto alla questione “tamponi non analizzati” o lasciati in sospeso, riteniamo sia il momento di dare delle risposte che sembra siano centellinate e diluite nel tempo spesso tralasciando il fatto che chi fa l’imprenditore ha bisogno di risposte celeri e chiare per programmare un servizio professionale e garantire la sicurezza per sé, per i propri dipendenti e per gli ospiti.
Ci rendiamo conto che in questo momento tutti chiedono risposte. Noi, invece, operatori di “Riviera e Borghi degli Angeli” desideriamo invece offrirle delle risposte avanzando anche ora delle proposte operative e concrete, come d’altronde fatto più volte in queste settimane di Fase 1.
Risposte che non nascono dalla presunzione di saperne di più, ma dall’esperienza di chi opera nel settore turistico da anni, dovendo confrontarsi con realtà spesso molto frazionate e diffuse sul territorio. Chi opera come noi non ha alle spalle grandi capitali, ma a differenza delle multinazionali porta ricchezza reale sul territorio, ricchezza che non viene portata all’estero, ma condivisa con le comunità locali e migliaia di cittadini che vivono, operano, spendono e votano in Calabria.
La risposta che desideriamo darle è a due delle principali paure che si affacciano all’orizzonte di questa vicinissima estate: verranno turisti in Calabria e se verranno in che modo potremo garantire la sicurezza per noi, per i nostri ospiti e per i nostri familiari?
Abbiamo fatto decine di riunioni interne, diligentemente collegandoci dai nostri computer online ed oggi come lei giustamente ci propone è arrivato il momento di uscire. Ci permettiamo di suggerirle una linea guida semplice, diretta. La Calabria è una delle regioni che meglio ha reagito all’infezione da Coronavirus e questo con l’avvicinarsi dell’estate rappresenta una moneta a due facce: un’opportunità e un rischio. Molti di noi stanno chiedendo ai propri ospiti di effettuare un tampone o un test sierologico prima di scendere in Calabria. E’ una misura di buon senso, di rispetto. Questa richiesta unita ad una serie di accurate misure preventive ridurrebbe drasticamente il rischio di una crescita di casi in Calabria dopo l’estate. È ovvio che una tale iniziativa se lasciata alla buona volontà delle Associazioni o Reti Turistiche Territoriali avrebbe una forza molto lieve e soprattutto non faciliterebbe il potere persuasivo nei confronti dei turisti.
Per questo motivo abbiamo deciso di scriverle questa lettera con l’invito ad emettere una ordinanza che obblighi i turisti in vacanza nella nostra regione ad effettuare un test o un tampone prima di intraprendere il viaggio.
Una ordinanza che possa mettere le strutture in condizione di richiedere tale analisi prima di ospitare i turisti.
Una iniziativa che garantirebbe la sicurezza per gli operatori, per la nostra Regione, permetterebbe un censimento (anonimo) degli arrivi di turisti nell’estate del Coronavirus.
Così si trasmetterebbe il senso di una Regione Calabria che si muove per tutelare i suoi cittadini, i turisti e viaggiatori sani che, non bisogna dimenticarlo, sceglieranno la nostra regione perché tra le più sicure e forse adatta, viste le sue peculiarità naturalistiche, a vacanza salutari.
Una ordinanza così emessa permetterebbe infatti, senza alcun costo per la nostra Regione, di garantire una ulteriore scrematura ai rischi di contagio.
Riflettendo un attimo, nessuno si meraviglia se per entrare in palestra ci chiedono un certificato medico, in questi momenti credo che la nostra Regione possa richiedere a chi vuole visitarla un “documento” che ne attesti la salute.
Logicamente a tutto ciò va assolutamente accompagnato un urgente e strutturato lavoro di organizzazione del sistema medico-sanitario regionale e territoriale, quale migliore occasione per potenziarlo e migliorarlo per sempre, con un coordinamento virtuoso tra Regione, Comuni, ASP Provinciali, Forze dell’Ordine, Organi di controllo e ONG per:
– Garantire e tutelare prioritariamente la salute pubblica. Potenziare la rete ospedaliera ed il sistema medico-sanitario territoriale in ottica di rafforzamento anti-Covid: servono interventi da effettuare per continuare ad affrontare le fasi emergenziali ed azioni/attività ad ampio raggio e di medio-lungo termine in risposta dei diritti delle comunità locali; Organizzare Ospedali COVID con relativi servizi;
– Programmare con ASP/COMUNI/Organi preposti/Organizzazioni ONG-volontariato azioni di screening di massa, servizi di assistenza e controllo/monitoraggio e trattamento territoriale (aree free-Covid) con servizio di assistenza domiciliare;
– Prevedere servizio di Guardia Medica Turistica con poli territoriali con unità mobili, coinvolgendo Croce Rossa Italiana e Protezione Civile per assistenza medico-sanitaria capillare ed organizzata di turistici/bagnanti/cittadini ecc.
A.Op.T. “Riviera e Borghi degli Angeli”