Stanno resistendo da un anno, con coraggio e tenacia, ed hanno il diritto di essere salvati. Le migliaia di piccoli imprenditori che gestiscono bar, ristoranti, vendite ambulanti, operatori turistici e tutte le altre attività messe allo stremo dalle chiusure per Covid 19, devono ottenere dallo Stato e dalla Regione Calabria, tutto quello che gli serve per sopravvivere.
La soluzione sarebbe dovuta essere la riapertura delle attività economiche, grazie all’attuazione del piano vaccinale. Ma il Governo Conte si è trastullato, anziché programmare seriamente il Piano vaccinale. Ed in Calabria, siamo andati ancora peggio, per merito dei Commissari governativi che si sono succeduti.
Il Commissario Longo, responsabile del Piano Vaccinale in Calabria, continua a manifestare tutta la sua inadeguatezza ed i vaccini rimangano nei frigoriferi.
Nella nostra regione siamo ancora a poche migliaia di vaccinazioni giornaliere, senza riuscire ad imprimere alcun cambiamento alla situazione. Ed anche il nuovo piano vaccinale sembra una mera illusione, visto che presuppone l’impiego di ulteriori 110 unità di personale che non si vedono all’orizzonte.
Per ora la Calabria, a fronte di una media nazionale dell’81% nell’utilizzo delle dosi di vaccino, ha somministrato solo il 73% delle dosi ricevute. C’è uno scarto, rispetto alla media nazionale di 8 punti percentuali, ovvero circa 33.000 dosi. E questo ritardo incide anche nella distribuzione che lo Stato attua nei confronti delle regioni. La Calabria ha ottenuto finora solo un numero di dosi pari al 20% della popolazione, mentre le regioni che riescono a vaccinare di più hanno ottenuto il 25%.
In questa situazione del piano vaccinale, con gli ospedali calabresi al collasso ed i contagi che galoppano, sarebbe poco serio prevedere delle riaperture a breve delle attività commerciali.
Ma allora occorre mobilitarsi seriamente per dare al popolo delle partite IVA danneggiato, tutto il sostegno che serve per rimanere vivi. Non si può dire a questi uomini ed a queste donne che mancano le risorse necessarie per tutti.
Le risorse vanno trovate dallo Stato e dalla Regione attingendo a tutta la flessibilità che l’Unione Europea ha già deliberato.
Fare di più, e fare più in fretta senza cavilli burocratici. Questa deve diventare la regola per lo Stato e per la Regione.
Pietro Molinaro, Consigliere Regionale (Lega).