PA e Enti del Terzo Settore: verso lavoro condiviso

PA Terzo Settore
PA Terzo Settore

Verso un’amministrazione condivisa tra pubblico e privato sociale

È una svolta epocale. Con l’adozione delle linee guida sul rapporto tra la Pubblica Amministrazione e gli Enti del Terzo Settore, con decreto recante la firma del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando, si dà infatti attuazione all’articolo 55 del Codice del Terzo Settore che pone in capo alle amministrazioni pubbliche, nell’esercizio  delle  proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi e dei  servizi nei  settori di attività, il compito di assicurare il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento.

Questo principio, che si richiama a quello della sussidiarietà costituzionalmente garantito all’articolo 118, trova finalmente compimento anche a livello pratico, dando seguito a quell’amministrazione condivisa tra le parti che è frutto di un cambio di passo, necessario e auspicato da tempo per il perseguimento del bene comune e lo svolgimento di attività di interesse generale che accomuna i due diversi ambiti operativi.

La sentenza n. 131 del 2020 della Corte Costituzionale

A rimarcarlo anche la sentenza n.131 del 2020 della Corte Costituzionale, che è andata oltre il semplice riconoscimento della legittimità dell’articolo 55 CTS, mettendo in evidenza il rapporto collaborativo con gli Ets, “in quanto rappresentativi della “società solidale” e quindi in grado di mettere a disposizione dell’ente pubblico preziosi dati informativi e un’importante capacità organizzativa e di intervento”.

Il modello configurato dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, quindi, diventa espressione di un diverso rapporto tra pubblico e privato sociale non fondato su un mero scambio di tipo utilitaristico, ma sulla convergenza di obiettivi tesi a progettare e a programmare servizi ed interventi diretti ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale. 

È tempo che gli Enti del Terzo Settore svolgano un ruolo attivo nel momento decisionale

L’auspicio è che ora il cambiamento intrapreso a livello normativo diventi anche una prassi amministrativa, e che il Terzo Settore entri a far parte delle scelte della Pubblica Amministrazione, soprattutto a livello decisionale.

Le linee guida, e prima ancora la sentenza della Corte Costituzionale, parlano chiaro: la Pubblica Amministrazione non può più prescindere dal coinvolgimento diretto degli ETS quando si tratta di programmare, progettare e organizzare interventi e servizi per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale – è con fermezza che Caterina Iuliano, come componente del direttivo del Centro Servizi al Volontariato “Calabria Centro” e del Coordinamento regionale di Associazioni di Salute Mentale (CASM), fa riferimento al cambiamento normativo in atto.

Individuazione dei bisogni e risposte degli enti pubblici: avvalersi delle competenze del Terzo Settore

Nell’individuazione di bisogni e risposte gli enti pubblici dichiara ancora Iuliano – devono potersi avvalere delle competenze del Terzo Settore, specie se si considera che il nostro territorio regionale paga ancora il prezzo della mancata approvazione della L 328/00 ed è indietro sotto diversi punti di vista. L’ultimo atto è quello emanato dall’Azienda Sanitaria provinciale di Catanzaro in materia di riorganizzazione aziendale: un atto emanato in piena solitudine, senza la minima consultazione di associazioni, familiari ed utenti”.

“Nel nuovo atto aziendale, ad esempio, – tiene a precisare Caterina Iuliano, – non vengono rispettate le linee guida sulla salute mentale nel momento in cui non si fa più menzione dei Centri Diurni, sebbene sia dimostrato che la loro frequenza, da parte delle persone con disabilità psichiatrica, abbia ridotto i ricoveri ripetuti all’interno dei reparti degli ospedali, con un notevole risparmio per la collettività da non trascurare”.

Centri Diurni “essenziali”: PA deve collaborare e non competere con Terzo Settore

Quelle stesse linee guida che definiscono “essenziali” i Centri Diurni, vengono così disattese nel nuovo atto dell’Asp di Catanzaro che non li cita proprio, e restringe al solo Centro di Salute Mentale l’attività riabilitativa.

Attendiamo una risposta dal Commissario Longo, al quale il neo portavoce regionale del Forum del Terzo Settore, Luciano Squillaci, da noi interpellato, ha inviato una richiesta di incontro urgente per discutere anche di queste problematiche – chiarisce ancora Caterina Iuliano -.  La legge stessa ci ricorda che alla Pubblica Amministrazione “conviene” collaborare e non competere con il Terzo Settore. È tempo che prendiamo tutti coscienza di questo importante cambio di passo”.