Sindacati proclamano sciopero nazionale a fronte del calo di volumi e richiedono urgenti interventi ministeriali per evitare massicci esuberi entro il 2024
Le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil hanno annunciato un imminente sciopero a causa dell’ingiustificato calo di volumi nelle aziende operanti in appalto per le attività di gestione clienti di TIM. Attualmente, tra le quattro aziende coinvolte, sono oltre 5mila gli addetti impiegati, ma a seguito delle richieste di ammortizzatori sociali già formalizzate e di quelle che saranno presentate nei prossimi giorni, si prevede una perdita di oltre 2000 posti di lavoro entro la fine dell’anno, con 1500 esuberi già a partire dal mese di marzo 2024.
L’agitazione coinvolgerà le lavoratrici e i lavoratori impegnati in tutte le attività di customer care di TIM, distribuiti su diversi territori e aziende, tra cui Abramo CC in AS, Ennova, Gruppo Distribuzione e Konecta in varie sedi come Montalto Uffugo, Catanzaro, Crotone, Palermo, Pomezia, Cagliari, Roma, Matera, Livorno, Rende, Olbia.
Le segreterie sindacali, di fronte al peggioramento delle condizioni delle vertenze in corso sulle aziende operanti nei call center in outsourcing, hanno richiesto un incontro urgente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L’obiettivo è individuare soluzioni adeguate per evitare impatti occupazionali significativi. La situazione nel sistema degli appalti customer care di TIM si sta deteriorando progressivamente, con Abramo CC in AS che ha già programmato un ammortizzatore sociale del 60% per il mese di marzo, evidenziando una condizione di incertezza totale sulla proroga delle attività.
Anche Callmat ha avviato la richiesta di ammortizzatore sociale, con previsioni di cassa integrazione a partire dal 30% e un possibile aumento nei mesi successivi. Ennova e Konecta hanno annunciato cali di volumi, gestendo la riduzione di attività con istituti contrattuali a breve termine. Considerando la conferma dei volumi comunicati per i prossimi mesi, si prospetta l’avvio inevitabile della richiesta di accesso agli ammortizzatori sociali.
La situazione non riguarda solo l’aspetto occupazionale, ma si sta riflettendo anche sulla tenuta sociale nei territori coinvolti, generando preoccupazioni a Livorno, Roma, Pomezia, Matera, Montalto Uffugo, Rende, Crotone, Catanzaro, Palermo, Cagliari, Olbia. Al fine di sollecitare un intervento urgente da parte di tutte le parti coinvolte, le organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero nazionale per l’intera giornata del 18 marzo 2024. In assenza di soluzioni positive, la mobilitazione proseguirà con ulteriori iniziative territoriali ed aziendali nei mesi di marzo e aprile. Le organizzazioni sindacali chiedono un incontro di urgenza per affrontare la vertenza e trovare soluzioni concrete.
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