Tensione nella Grande Distribuzione: Sindacati denunciano precarietà e flessibilità eccessive
Una massiccia astensione dal lavoro, con una media del 60%, ha colpito duramente il settore della grande distribuzione, segnando picchi fino al 100% in alcuni casi, con la chiusura di diversi punti vendita in varie zone del Paese. In risposta al mancato rinnovo del contratto di lavoro, i sindacati nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno indetto uno sciopero che ha visto la partecipazione di centinaia di lavoratrici e lavoratori, supportati da presidi e flashmob in diverse città italiane.
Le richieste inaccettabili avanzate dall’associazione datoriale di settore Federdistribuzione al tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale sono state al centro delle proteste sindacali. Questo contratto, in stallo da più di 4 anni e atteso da oltre 240.000 addetti, è fondamentale per garantire diritti e garanzie ai lavoratori della distribuzione commerciale, acquisiti a costo di sacrifici e lotte nel corso degli anni.
I sindacati hanno specificamente criticato l’introduzione proposta da Federdistribuzione di una flessibilità eccessiva, con contratti a termine di durata indeterminata che superano i 24 mesi, oltre al tentativo di smembrare il sistema di classificazione del personale. Quest’ultimo prevedeva l’assegnazione di mansioni inferiori, come il pulimento di aree di vendita e servizi, a lavoratori qualificati, minando la dignità professionale di chi ha la responsabilità di interi format commerciali complessi.
Inoltre, l’associazione datoriale ha proposto la creazione di una nuova mansione per la movimentazione delle merci, svuotando le previsioni contrattuali esistenti e mettendo a rischio le condizioni di lavoro dei dipendenti. Le richieste di Federdistribuzione riguardo agli appalti, alle terziarizzazioni e ai franchising sono state considerate irrealistiche dai sindacati, che le hanno definite come un tentativo di sabotare le trattative contrattuali.
La tensione è aumentata ulteriormente dopo che Federdistribuzione ha deciso unilateralmente di concedere agli impiegati un acconto sugli aumenti salariali futuri, una mossa che ha provocato sconcerto tra i sindacati. Mentre altre associazioni del settore hanno raggiunto accordi soddisfacenti con i sindacati e condiviso aumenti più consistenti, Federdistribuzione ha offerto solo una frazione di quanto proposto altrove, dimostrando, secondo i sindacati, una mancanza di rispetto verso i lavoratori della grande distribuzione.
In un volantino congiunto, le tre principali sigle sindacali hanno condannato questa manovra di Federdistribuzione, sottolineando la necessità di riconoscere adeguatamente il valore del lavoro svolto dai dipendenti del settore. L’accusa è stata di prioritizzare gli interessi economici delle imprese a discapito delle condizioni di lavoro dei dipendenti.
Lo scontro tra sindacati e Federdistribuzione è solo l’ultimo capitolo di una lunga storia di conflitti nel settore della grande distribuzione, dove la ricerca di un equilibrio tra gli interessi aziendali e i diritti dei lavoratori continua a rappresentare una sfida cruciale.