“Oltre 700 lavoratori sono già transitati a parità salariale e di diritti in altre aziende del settore dei contact center in outsourcing. A breve altri 500 seguiranno la stessa strada. Non vanno ricercate alchimie o soluzioni fantasiose, bisogna pretendere esclusivamente la piena applicazione della L.11/2016 e del Ccnl delle Telecomunicazioni. La campagna elettorale per le regionali in Calabria è già partita e dimostrerebbero tutti maggiore serietà se invece che fare a gara a chi la spara più grossa si facesse quadrato intorno all’unica strada possibile”. Così in una nota la segreteria regionale Slc Cgil Calabria.
“Anche la continua ricerca della drammatizzazione – prosegue la nota – non fa bene alla serenità di migliaia di lavoratrici e lavoratori calabresi che con serietà, professionalità ed abnegazione hanno continuato a garantire servizi essenziali anche in piena pandemia. La clausola sociale ha già portato i primi effetti benefici a lavoratrici e lavoratori di Abramo CC, ora non bisogna far altro che chiedere al Ministero di farsi garante sui cambi di appalto che seguiranno, visto che si tratta anche di importanti aziende italiane con partecipazione pubblica nel proprio azionariato (Tim, Enel, Poste)”.
“Al termine di questa ennesima procedura fallimentare all’interno del settore dei contact center in outsourcing, – conclude la segreteria – le lavoratrici ed i lavoratori non dovranno ringraziare altri che se stessi, per la professionalità dimostrata nel garantire il prosieguo delle attività e per aver sostenuto le lotte e le rivendicazioni che hanno portato alla conquista della clausola sociale nei call center”.