Anno giudiziario 2025: dalla lotta alla ‘ndrangheta alle riforme controverse
L’EDITORIALE | L’inaugurazione dell’anno giudiziario in Calabria ha offerto una fotografia chiara, a tratti drammatica, delle sfide e delle criticità che attraversano il sistema giudiziario regionale. Le cerimonie che si sono svolte presso le Corti d’Appello di Reggio Calabria e Catanzaro hanno messo in evidenza, da un lato, il ruolo centrale della giustizia nella tutela dei diritti democratici e, dall’altro, il peso schiacciante della criminalità organizzata e delle difficoltà sistemiche.
La solennità della cerimonia a Reggio Calabria
A Reggio Calabria, l’aula della Corte d’Appello di piazza Castello ha accolto l’assemblea generale per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, tornata in questa sede dopo oltre cinque anni. Un momento solenne, con la tradizionale consegna della “mazza della giustizia” e la sfilata dei magistrati in ermellino, a cui hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni politiche, religiose e militari, tra cui Mariafrancesca Abenavoli, in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura.
Per la prima volta, la relazione sull’amministrazione della giustizia è stata affidata a Caterina Chiaravalloti, presidente della Corte d’Appello, che ha descritto un distretto impegnato a raggiungere obiettivi ambiziosi nonostante le difficoltà. A seguire, il procuratore generale Gerardo Dominijanni ha affrontato temi come la lotta alla ‘ndrangheta e le riforme giudiziarie in atto.
Le sfide emblematiche di Catanzaro
La cerimonia a Catanzaro ha assunto toni diversi, più focalizzati sulle criticità di un sistema giudiziario che si trova a operare in uno dei contesti più complessi d’Italia. Concettina Epifanio, presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, ha evidenziato come la presenza radicata della ‘ndrangheta imponga al sistema giudiziario uno sforzo straordinario. “La Calabria – ha affermato – non può permettersi piante organiche inadeguate e carenze strutturali. La domanda di giustizia qui è altissima, e non possiamo rimanere indietro.”
Un dato emblematico è l’Indice di Occupazione Criminale, con livelli preoccupanti nelle province di Vibo Valentia e Crotone, dove le infiltrazioni mafiose nell’economia raggiungono record nazionali. La celebrazione di grandi processi, come il maxi-processo Rinascita-Scott, ha ulteriormente aggravato la situazione, mettendo a dura prova la tenuta delle strutture giudiziarie.
Epifanio ha lanciato un appello accorato per interventi concreti, sottolineando la necessità di risorse adeguate e riforme strutturali per affrontare la lentezza dei processi e il crescente coinvolgimento dei minori nelle attività criminali della ‘ndrangheta.
Proteste per la separazione delle carriere
Mentre all’interno delle aule si parlava di giustizia e diritti, all’esterno montava la protesta dei magistrati. A Reggio Calabria e Catanzaro, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) hanno manifestato contro la riforma che prevede la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti.
I magistrati, toga sulle spalle e Costituzione in mano, hanno esposto cartelli con citazioni di Piero Calamandrei, sottolineando il rischio di una compromissione dell’indipendenza del pubblico ministero. “Porre un pubblico ministero sotto l’esecutivo è un danno enorme per i cittadini – ha dichiarato Graziella Viscomi, PM di Catanzaro e coordinatrice nazionale di Area Dg – perché mina i fondamenti della nostra democrazia.”
A Reggio Calabria, molti magistrati hanno abbandonato simbolicamente l’aula quando ha preso la parola il rappresentante del Ministero della Giustizia, segnalando una distanza tra le istituzioni centrali e le preoccupazioni dei territori.
Inaugurazione Anno Giudiziario: la Giustizia come pilastro della democrazia
Nonostante le tensioni, le cerimonie hanno rappresentato un’occasione per ribadire il valore della giustizia come pilastro di una società democratica. Come ha dichiarato l’eurodeputata Giusi Princi, presente all’inaugurazione a Reggio Calabria, “il nostro compito è rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, costruendo una società più giusta e inclusiva.”
Princi ha anche sottolineato l’importanza di sfruttare le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per affrontare questioni come la violenza di genere, un tema su cui sta lavorando nelle commissioni europee. “La giustizia deve innovarsi, ma sempre sotto il governo attento dell’uomo,” ha concluso.
Una Calabria in equilibrio tra crisi e opportunità
L’inaugurazione dell’anno giudiziario in Calabria ha messo in luce una regione sospesa tra crisi profonde e un forte senso di determinazione. La presenza della criminalità organizzata e le difficoltà strutturali non hanno spento l’impegno di magistrati, avvocati e istituzioni nel garantire giustizia e diritti. Le richieste di risorse e riforme rimangono pressanti, in un territorio dove il peso della giustizia è avvertito come una questione di sopravvivenza per la democrazia.