La cattura dell’orso JJ4: soluzione o problema?

Orso, natura, animali (foto archivio)
Orso, natura, animali (foto archivio)

Riflessioni sulla tragedia del runner, il futuro dell’orso e la gestione della fauna selvatica

L’EDITORIALE – La cattura dell’orso che ha ucciso il runner Andrea Papi in Trentino ha suscitato molte reazioni contrastanti. Da una parte ci sono le associazioni animaliste che diffidano la provincia autonoma di Trento a non ledere l’incolumità dell’animale e dall’altra il presidente della provincia, Maurizio Fugatti, che ha dichiarato che se il Tar darà ragione alla provincia, l’orsa sarà abbattuta.

Il decreto di sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa ha lasciato aperta la possibilità di cattura, ma se il Tar deciderà a favore della provincia, l’orsa dovrà essere abbattuta.

Secondo Fugatti, il problema ora non è più JJ4, ma la convivenza uomo-animale e il fatto che ci sono 70 orsi in eccesso.

L’orsa JJ4 era accompagnata da tre “cuccioloni” autosufficienti, che si sono allontanati autonomamente dall’area dopo la cattura della madre.

L’eventuale abbattimento dell’orsa sarebbe con eutanasia, come per tutti gli animali di affezione quando sono arrivati al limite della loro vita.

Il tema della convivenza uomo-animale è molto delicato e richiede un approccio attento e bilanciato. Sia la sicurezza dell’uomo che quella degli animali devono essere considerate e tutelate.

La cattura dell’orsa JJ4 è stata un successo delle autorità competenti, ma la questione dell’abbattimento dell’animale rimane aperta e dovrà essere valutata con attenzione e imparzialità.

Responsabilità e sensibilizzazione per evitare tragedie

Sono molto colpito dalla notizia della morte del giovane sportivo e dalle conseguenze che hanno scosso la regione e l’intero paese. Comprendo la famiglia della vittima, che è naturalmente sconvolta e che ha annunciato l’intenzione di denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato per aver reintrodotto gli orsi sul territorio. Sono anche d’accordo con coloro che chiamano le autorità locali alle proprie responsabilità per la gestione del territorio e della convivenza con gli animali selvatici.

Però, trovo inappropriato il desiderio di vendetta che alcune persone hanno manifestato chiedendo la morte dell’orso colpevole. Dobbiamo invece assumerci la nostra parte di responsabilità e comprendere il nostro rapporto con il mondo naturale, che oggi è parecchio distorto. Questa vicenda mette in luce la mancanza di educazione ambientale e la nostra incapacità di convivere con le altre specie.

È importante ricordare che gli animali selvatici, come l’orsa che ha attaccato il giovane, agiscono per instinto e per proteggere sé stessi e i propri cuccioli. Dobbiamo imparare a rispettare il loro territorio e a convivere con loro in modo pacifico, senza pretendere di imporre il nostro dominio sulla natura.

Credo che sia importante investire nella prevenzione, attraverso la sensibilizzazione e l’informazione della popolazione, ma anche attraverso la creazione di corridoi faunistici per lo spostamento degli animali senza pericoli. Esiste un esempio virtuoso di gestione funzionante nel Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, dove gli spostamenti escursionistici sono regolamentati sulla base della sicurezza delle aree e della presenza e degli spostamenti degli animali selvatici, e dove non sono mai stati segnalati particolari problemi di convivenza tra orsi e umani.

Infine, vorrei lanciare un appello alla famiglia del runner chiedendole di perdonare l’orso. Non possiamo attribuire la colpa ad un animale che agisce per istinto, ma possiamo impegnarci tutti insieme per costruire un mondo in cui la convivenza con le altre specie sia possibile e pacifica.

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