Ascoltando il passato, vivendo il presente: la Radio compie 100 anni
L’EDITORIALE – Cento anni fa, un’innovazione che avrebbe cambiato il corso della storia prendeva forma: la radio. In quel momento, nessuno poteva immaginare l’impatto duratoro che questo mezzo avrebbe avuto sulla cultura, sulla libertà di parola e sulla nostra capacità di connetterci attraverso le onde invisibili dell’etere. Oggi, in Italia, celebramo con orgoglio un secolo di radiofonia, un secolo di voci che hanno reso tangibile l’inascoltato, un secolo di emozioni trasmesse attraverso le onde radio.
Mi ritrovo a rivivere questa straordinaria storia in prima persona, poiché ho avuto l’immensa fortuna di essere uno dei protagonisti agli albori della radio libera. A soli 13 anni, quando le trasmissioni radiofoniche stavano delineando il loro percorso alla fine degli anni ’70, ho iniziato il mio viaggio nell’affascinante mondo della radio. Da allora, la passione per questo medium non ha mai smesso di crescere. Le storie delle prime trasmissioni radiofoniche, i pionieri che hanno portato le voci nelle case degli italiani, sono come un affresco che dipinge il ritratto di un’epoca. Ho vissuto il fascino di quegli anni pionieristici, quando le trasmissioni erano ancora intrise di sperimentazione e di un senso di avventura. La radio, all’epoca, non era solo uno strumento di comunicazione, ma un catalizzatore di cambiamenti sociali e culturali.
Oggi, mentre celebriamo il centenario della radio in Italia, è emozionante constatare quanto sia cresciuta e cambiata nel corso degli anni. Oltre ai grandi network nazionali, ci sono le storie di migliaia di radio locali, ognuna con il suo carattere unico e la sua voce distintiva. La radio ha abbracciato nuove tecnologie, passando dall’era analogica a quella digitale, senza perdere mai il suo fascino intramontabile.
In ogni angolo della nostra amata Calabria e oltre, esistono associazioni di amatori, audiofili e collezionisti che custodiscono con cura il patrimonio radiofonico. Musei della radiofonia, veri e propri scrigni di memoria, ci permettono di rivivere l’evoluzione di questo mezzo straordinario. Attraverso vecchi microfoni, dials e memorabilia, possiamo toccare con mano la storia delle voci e delle melodie che hanno accompagnato un secolo di storia italiana.
La Giornata Mondiale della Radio, istituita dall’UNESCO il 13 febbraio, va oltre la semplice celebrazione. Rappresenta un’opportunità per riflettere sull’importanza della radio come veicolo di informazione, cultura e libertà di espressione. Un’opportunità per onorare le radici di un mezzo che ha un impatto tangibile sulle vite di milioni di persone.
Oggi, simbolicamente riaccendo il mio vecchio microfono, lasciando che la sua aura riporti alla mente le trasmissioni del passato, e con un profondo rispetto per un capitolo della mia vita che si è concluso il 31 maggio 2017, quando Radio Catanzaro Centro ha cessato le sue attività. In segno di solidarietà, anche io ho interrotto seriamente la mia attività radiofonica in quella stessa giornata, attaccando il mio microfono a Condensatore AKG C 414 EB FET al chiodo.
Auguri ai miei stimati colleghi che ancora operano nel settore; a loro, porgo i migliori auspici per un altro secolo di radio ricco di emozioni indimenticabili. Possa la radio continuare a risuonare nelle nostre case, intrecciandosi con le trame della nostra storia e unendo le persone attraverso le sue magiche onde.