L’approfondimento dell’Operazione Maestrale-Carthago
Un importante risultato è stato ottenuto dalle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata in Calabria, con la conclusione dell’operazione “Maestrale–Carthago” che ha portato all’arresto di 61 soggetti appartenenti alle principali famiglie ‘ndranghetiste della provincia vibonese. L’attività d’indagine ha permesso di ricostruire le attività delle associazioni mafiose nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, individuando i ruoli e le dinamiche dei capi, promotori, organizzatori e partecipi.
Quando le nozze diventano un’occasione per gli affari della mafia
Tra le tante informazioni raccolte dai Carabinieri durante l’indagine, si è scoperto l’esistenza di un importante summit di ‘ndrangheta tenutosi durante un ricevimento nuziale all’interno di una struttura turistica della “Costa degli Dei”. Durante il summit, venivano impartite disposizioni operative e “comportamentali” ai presenti, tra cui come le diverse famiglie malavitose del vibonese dovessero comportarsi per la spartizione dei proventi illeciti e per dirimere eventuali controversie.
Questa informazione conferma l’immagine dell’organizzazione criminale come un’entità complessa e altamente organizzata, con regole formali e sostanziali, con collegamenti tra le varie famiglie e con la capacità di intessere rapporti con politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni.
Operazione Maestrale-Carthago: corruzione e ‘ndrangheta nel sistema sanitario di Vibo Valentia
Le indagini sulla ‘ndrangheta all’interno dell’ASP di Vibo Valentia hanno portato alla luce un’intensa attività corruttiva da parte della criminalità organizzata, finalizzata a influenzare le scelte di alcuni dirigenti medici. L’articolazione ‘ndranghetistica di appartenenza, grazie al proprio peso contrattuale ed elettorale, ha condizionato la gestione dei servizi sanitari, in particolare per quanto riguarda il vettovagliamento degli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea, di cui la Locale di Mileto e la famiglia Fiaré di San Gregorio d’Ippona avevano un forte interesse.
Ma non è tutto. L’indagine denominata operazione Maestrale-Carthago ha contestato a un altro dirigente medico dell’ASP il rilascio di perizie compiacenti a favore di affiliati detenuti, dimostrando come la criminalità organizzata fosse in grado di esercitare il proprio potere anche all’interno delle strutture penitenziarie. Inoltre, un sanitario del Dipartimento di Veterinaria è stato accusato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, per aver cercato di far desistere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.
La scoperta di queste attività illegali all’interno dell’ASP di Vibo Valentia dimostra l’ormai noto legame tra la ‘ndrangheta e la sanità, che non solo mina la legalità del sistema, ma anche la salute dei cittadini. È importante che vengano messe in atto tutte le azioni necessarie per sconfiggere questa piaga, affinché la sanità possa essere gestita in maniera trasparente e imparziale, a tutela della salute dei pazienti.
Scandali e corruzione: le infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’amministrazione pubblica
In questa parte del nostro editoriale parliamo delle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dell’amministrazione comunale di Cessaniti, dei metodi utilizzati per il conseguimento di erogazioni pubbliche e delle attività estorsive perpetrate ai danni di una società aggiudicataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico.
Nella operazione “Maestrale-Carthago”, i Carabinieri di Vibo Valentia hanno documentato presunte infiltrazioni della criminalità organizzata all’interno dell’amministrazione comunale di Cessaniti. Un funzionario avrebbe “aggiustato” una graduatoria di un concorso pubblico per assumere un dirigente amministrativo ritenuto vicino alla locale di Zungri, contestando l’ipotesi di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata dal metodo mafioso.
In particolare, esponenti della criminalità organizzata, colletti bianchi e membri della società civile avrebbero ideato un sistema collaudato per lucrare sul sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia. Questo sistema prevedeva la costituzione di società cooperative di comodo, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e l’induzione in errore del Comune di Vibo Valentia, quale ente “capofila” per tutta la provincia. Il Comune autorizzava la liquidazione delle spese, procurando un danno per l‘erario stimato in oltre 400mila euro, con denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, gestito dal Ministero dell’Interno e previsto nella legge finanziaria dello Stato.
Inoltre, sono state ricostruite le dinamiche di presunte attività estorsive perpetrate ai danni di una società aggiudicataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico. Circa il 10% dell’importo a base d’asta veniva ripartito tra esponenti della criminalità organizzata riconducibili alle locali di Mileto e Zungri, a cui le vittime versavano circa 48.000 euro ogni anno per ciascuna consorteria.
Queste attività illecite dimostrano la forte presenza della criminalità organizzata nella provincia di Vibo Valentia e l’infiltrazione dei suoi elementi in diversi settori della società, compresi quelli pubblici. È fondamentale che le autorità continui a combattere contro queste attività per garantire la sicurezza e il benessere della comunità.
Cipolla Rossa di Tropea IGP sotto attacco: le estorsioni delle consorterie criminali delinquono il territorio
Le forze dell’ordine continuano a lottare contro la criminalità organizzata in Calabria, dove il lavoro certosino delle attività investigative dei Carabinieri di Vibo ha portato alla luce un sistema pervasivo di estorsioni ai danni di agricoltori e attività commerciali, insieme a una serie di altre attività illegali.
In particolare, i coltivatori della Cipolla Rossa IGP di Tropea sono stati oggetto di attacchi da parte di queste consorterie criminali, che hanno creato un sistema monopolistico a tariffe imposte attraverso la creazione di più società per la navigazione da diporto, con intestatari fittizi riconducibili ad un unico centro di interessi. Questo ha costretto i produttori a pagare prezzi esorbitanti per trasportare le loro merci, minando la competitività del settore.
Inoltre, nell’area di Cessaniti, Filandari e Briatico è stata riscontrata una presunta attività di illecita intermediazione nella compravendita di fondi agricoli fra privati, che prevedeva l’invasione di terreni, la minaccia e il pascolo abusivo. Queste attività illegali hanno provocato un danno economico significativo ai legittimi proprietari dei terreni e alla comunità agricola locale.
Non solo, sono state anche sequestrate numerose armi, tra cui fucili, pistole e un fucile mitragliatore AK-47 Kalashnikov, insieme a un ingente quantitativo di munizioni di vario calibro. Questo indica l’uso frequente di armi da fuoco da parte dei criminali organizzati nella zona.
Queste attività illegali non solo danneggiano l’economia locale, ma minano anche la sicurezza e la stabilità della comunità. Le forze dell’ordine sono impegnate nella lotta contro la criminalità organizzata in Calabria, e queste recenti attività investigative dell’operazione Maestrale-Carthago dimostrano il loro impegno costante per garantire la giustizia e la sicurezza nella regione.