L’editoriale di Calabria Magnifica
Il nuovo Patto di Stabilità dell’Unione Europea, che entrerà in vigore nel 2024, sta causando preoccupazione in Italia. Secondo le simulazioni dell’UE, l’Italia dovrebbe apportare una correzione di bilancio fino a 15 miliardi di euro all’anno per quattro anni, oppure di 7-8 miliardi di euro in sette anni, al fine di rispettare i requisiti del nuovo Patto di Stabilità europeo. Questo rappresenta una sfida enorme per il governo Meloni, che aveva promesso riforme delle pensioni e dell’IRPEF. Gli esperti temono che qualsiasi tentativo di riforma potrebbe finire frustrato dalla mancanza di risorse, a meno che il governo non effettui tagli ad altre voci di spesa. Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti è infatti irritato dalla situazione, ma ammette la necessità di una rigorosa revisione della spesa pubblica, compresi gli investimenti.
Secondo l’ex consigliere della Banca Centrale Europea, Lorenzo Bini Smaghi, il nuovo sistema rappresenta “un commissariamento della politica di bilancio dei paesi ad alto debito, in particolare dell’Italia”. Se il Paese non si adegua alle traiettorie tecniche fornite dalla Commissione Europea, rischia di essere messo automaticamente in procedura per disavanzo eccessivo, con il rischio che i mercati reagiscano negativamente. Bini Smaghi teme anche che l’analisi della sostenibilità del debito sia un “strumento molto complesso e poco trasparente” che richiama al caso della Grecia del 2010-2012, il che potrebbe alimentare il risentimento nei confronti delle istituzioni europee.
Ciò che preoccupa maggiormente gli esperti, tuttavia, è che le riforme delle pensioni e delle tasse annunciate dal governo potrebbero essere difficili da realizzare a causa delle nuove regole del Patto di Stabilità. L’unica strada praticabile sarebbe quella di trovare risorse all’interno del bilancio, sacrificando altri capitoli di spesa. Il famoso e tanto discusso reddito di cittadinanza potrebbe essere ancora una volta tagliato, nonostante sia già stato ridotto a causa della crisi economica.
L’economista Fedele De Novellis spiega che il nuovo Patto europeo richiede che l’Italia vada sotto il 3% di deficit, il che significa che il Def dovrebbe essere molto prudente nella discesa del debito pubblico, che resta molto alto, al 140% del Pil. Anche se l’Italia non sembra essere vicina a un declassamento, il nervosismo delle agenzie di rating è ancora un problema.
Esistono ancora delle possibilità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) consente di fare politiche di domanda e dare impulso alla crescita. Stefania Tomasini, economista e senior partner di Prometeia, sostiene che questa è la strada giusta per creare spazi per altre misure. L’investimento deve essere effettuato in modo strategico e deve essere coerente con la riduzione del debito pubblico.
Il nuovo Patto di Stabilità dell’Unione Europea rappresenta una sfida significativa per l’Italia, che deve trovare il giusto equilibrio tra la necessità di ridurre il debito pubblico e quella di mantenere la crescita economica. La spesa pubblica dovrà essere rigorosamente monitorata e che gli investimenti dovrebbero essere effettuati in modo strategico, senza compromettere gli obiettivi del Patto di Stabilità.
Per superare queste sfide, il governo Meloni dovrà essere molto cauto nella pianificazione del bilancio e delle riforme, tenendo conto delle nuove regole europee e delle esigenze del paese. Dovrà inoltre lavorare per trovare nuove fonti di finanziamento, senza gravare eccessivamente sui cittadini italiani.
Nonostante queste sfide, c’è ancora la possibilità per l’Italia di realizzare le riforme necessarie per creare un’economia più solida e sostenibile a lungo termine. La sfida per il governo Meloni sarà quella di trovare il giusto equilibrio tra la riduzione del debito pubblico e la promozione della crescita economica, mantenendo la fiducia degli investitori e la stabilità politica del paese.