La richiesta di intervento della Società Italiana di Psichiatria
Gli psichiatri italiani hanno lanciato l’allarme sulla violenza quotidiana che devono affrontare, in seguito all’aggressione recente subita dalla psichiatra Barbara Capovani a Pisa. La Società Italiana di Psichiatria ha emesso una dichiarazione in cui afferma di non essere in grado di proteggersi da questo tipo di violenza e chiede di adottare migliori misure di sicurezza.
L’aggressione alla dott.ssa Capovani, che al momento è in fase di accertamento della morte cerebrale, è stata perpetrata da Gianluca Paul Seung, un ex paziente della psichiatra che sarebbe ossessionato dalle teorie del complotto. Egli avrebbe colpito violentemente la dott.ssa Capovani con una spranga metallica prima di fuggire. Tuttavia, la Società di Psichiatria afferma che questo è solo uno dei molti episodi quotidiani di violenza che gli psichiatri in Italia devono affrontare.
Secondo Emi Bondi, presidente della Società Italiana di Psichiatria, “non possiamo difenderci da questo tipo di attacchi. Possiamo fornire cure per i pazienti che mostrano comportamenti aggressivi dovuti a condizioni mediche sottostanti, ma non possiamo proteggerci dagli attacchi violenti”. Bondi, che è anche direttrice della Salute Mentale presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, chiede un’azione urgente per migliorare la sicurezza degli psichiatri e degli operatori sanitari in generale, in ospedali e cliniche di salute mentale in tutta Italia.
Nella loro dichiarazione, la Società evidenzia che la psichiatria è il campo medico più colpito da incidenti violenti, rappresentando il 34% di tutti gli episodi, seguita dai pronto soccorso con il 20%. La Società chiede una migliore segnalazione di tutti gli incidenti, anche quelli meno gravi, per essere considerati come eventi sentinella. Ritengono che affrontare il problema della sicurezza sul posto di lavoro sia essenziale non solo per la sicurezza fisica degli operatori sanitari, ma anche per la loro capacità di fornire cure di qualità. Secondo Bondi e Liliana Dell’Osso, Presidente eletta della Società e direttrice della Clinica Psichiatrica dell’Università di Pisa, “se gli operatori sanitari sanno di poter contare su protezione, saranno in grado di fornire cure di qualità migliore”.
È evidente che la sicurezza degli operatori sanitari è di primaria importanza e un’azione urgente è necessaria per affrontare il crescente problema della violenza nei contesti sanitari. La Società Italiana di Psichiatria ha fatto una forte richiesta di cambiamento, chiedendo alle autorità sanitarie di dare la priorità alla sicurezza e al benessere degli operatori sanitari. L’aggressione violenta subita dalla psichiatra Barbara Capovani è solo un esempio dei pericoli che gli psichiatri affrontano ogni giorno. Dobbiamo agire per garantire che tali episodi non accadano più e che gli operatori sanitari possano sentirsi sicuri e protetti sul posto di lavoro.
In conclusione, è importante che venga prestata maggiore attenzione alla sicurezza degli operatori sanitari, in particolare degli psichiatri, che spesso sono esposti a situazioni di elevato rischio. È essenziale che vengano adottate misure di sicurezza adeguate per proteggere gli operatori sanitari sul posto di lavoro e che vengano prese in considerazione le loro preoccupazioni e le loro esigenze per garantire che possano svolgere il loro lavoro in modo efficace e sicuro. Solo così potremo garantire un’assistenza sanitaria di qualità e creare un ambiente di lavoro sicuro e protetto per tutti.
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