Scontri armati tra esercito e paramilitari a Khartum
L’EDITORIALE – La situazione in Sudan si è aggravata a causa di scontri armati tra l’esercito sudanese e le forze paramilitari di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdane Daglo. Le sparatorie si sono verificate in diverse aree della capitale, Khartum, tra cui nei quartieri di Riyadh, Khartoum 2, Manshiya e Soba, così come nei pressi del quartier generale delle Rsf, dell’aeroporto e nella periferia settentrionale.
La rivalità tra i due generali che hanno orchestrato il colpo di Stato del 2021 è probabilmente il motivo principale alla base degli scontri, che hanno causato un numero imprecisato di vittime. Testimoni oculari hanno riferito di aver sentito esplosioni e spari di armi leggere e pesanti, mentre fonti hanno segnalato l’uso di carri armati.
Il caos si è diffuso anche in altre parti del paese, con uomini armati che hanno circondato la Tv di Stato nella città di Omdurman e notizie che indicano il presunto controllo dei paramilitari dell’aeroporto e del palazzo presidenziale.
La situazione in Sudan è stata precaria negli ultimi anni a causa della violenza e dell’instabilità politica, con il colpo di Stato del 2021 che ha destituito il governo civile e portato al potere un consiglio militare. La comunità internazionale ha chiesto la fine degli scontri e il ripristino della stabilità nel paese, mentre i civili sudanesi continuano a soffrire le conseguenze della crisi umanitaria in corso.
ll Sudan, tra conflitti interni ed esterni
Il Sudan è un paese che continua a essere dilaniato da conflitti interni e esterni, nonostante la fine del regime dittatoriale di Bashir nel 2019. Attualmente, la situazione è critica a causa del colpo di stato avvenuto nell’ottobre 2021, che ha portato i militari golpisti a prendere il controllo del Paese e a mettere fine alla “transizione democratica” iniziata nel 2019 con la deposizione di Bashir. Le proteste sono state immediate e gli scontri durissimi, con centinaia di morti.
La Giunta militare ha mostrato le sue difficoltà nel gestire la situazione, soprattutto a causa delle troppe guerre in atto. Nello Stato del Nilo Azzurro, ci sono stati violenti scontri fra tribù berti e tribù hausa, mentre nel Darfur sono ripresi gli scontri con i “banditi del Ciad”. Inoltre, c’è la paura di un attacco etiope e il braccio di ferro con Addis Abeba per la Gerd, la grande diga voluta dall’Etiopia che controllerà il flusso del Nilo, fiume indispensabile per la sopravvivenza del Sudan.
Il Governo sudanese ha preso importanti contromisure per affrontare queste minacce, come l’inizio di un’offensiva nel Distretto di al-Fashaga alla frontiera con l’Etiopia dopo che i corpi di sette soldati sudanesi catturati e uccisi dalle truppe etiopi erano stati esibiti pubblicamente. Inoltre, la spesa militare di Khartoum è aumentata, con l’acquisto di un lotto di caccia J-10Ce da Pechino.
La guerra in Darfur ha mietuto oltre 400.000 vittime e causato la fuga di oltre 2,8 milioni di persone. Rimangono vivi anche i conflitti interni tra le fila dell’esercito e con la popolazione che reclama una democrazia che non arriva. La tensione è alta anche tra l’esercito regolare delle forze armate sudanesi e il gruppo paramilitare denominato Forze di Supporto Rapido (Fsr), guidato dal generale Mohamed Hamdan Dangalo, noto anche come Hemeti.
Il processo di pacificazione resta ancora ostacolato da grandi sfide, moltiplicate dal golpe dell’ottobre 2021. All’interno del Fronte Rivoluzionario del Sudan permangono interessi divergenti tra fazioni, con pochissimi elementi in comune tra i variegati gruppi armati che lo compongono. Anche la gioventù beja nel Sudan dell’Est e la misseriya araba nel Kordofan occidentale hanno dimostrato il proprio malcontento nei confronti dei negoziati di pace.
Infine, sul fronte orientale, la costruzione della Grande Diga del Rinascimento Etiope (Gerd) sta creando frizioni tra Sudan ed Etiopia. L’Etiopia continua a consolidare le sue relazioni con l’Eritrea, mentre il Sudan si rivolge sempre più all’Egitto.
Il Sudan teme che la diga potrebbe ridurre il flusso di acqua del fiume, essenziale per la sua economia agricola e per la sopravvivenza della popolazione, e ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire. L’Egitto, che dipende quasi interamente dal Nilo per l’acqua potabile, ha anche sollevato preoccupazioni sulla questione e ha sostenuto il Sudan in questa disputa.
La situazione nel Sudan resta quindi estremamente complicata e instabile. Il paese è in guerra interna da decenni e la deposizione del presidente Bashir nel 2019, seguita dal colpo di stato militare del 2021, ha fatto precipitare ancora di più la situazione. La comunità internazionale sta cercando di sostenere il Sudan in questo difficile processo di transizione, ma le sfide sono molte e la strada da percorrere è ancora molto lunga.
In conclusione, la situazione attuale del Sudan è caratterizzata da una guerra interna che coinvolge l’esercito e i paramilitari, nonché scontri armati nelle regioni del Nilo Azzurro e del Darfur. La tensione con l’Etiopia è alta a causa della costruzione della Gerd, e il paese è ancora alle prese con le conseguenze della secessione del Sud Sudan nel 2011. Nonostante gli sforzi della comunità internazionale per sostenere il paese nella transizione verso la democrazia, le sfide rimangono enormi e la pace sembra ancora lontana.
Appello alla solidarietà e all’attenzione internazionale
Ho deciso di scrivere questo articolo sul Sudan perché sono profondamente preoccupato per la situazione attuale del Paese e per la sofferenza del suo popolo. La crisi umanitaria in corso e la violenza che dilania il Sudan sono questioni che richiedono la nostra attenzione e la nostra solidarietà.
Nell’editoriale che ho realizzato oggi ho cercato di offrire una panoramica completa della situazione attuale, che è caratterizzata da conflitti interni e esterni, tensioni politiche e militari, nonché problemi economici e sociali. La complessità della situazione del Sudan richiede un approccio multidisciplinare, che tenga conto delle sfide politiche, economiche e umanitarie che il Paese deve affrontare.
Integrando con contenuti raccolti sui principali media internazionali, ho cercato di sottolineare come la situazione attuale del Sudan non è solo il risultato di conflitti e tensioni a livello nazionale, ma anche di problemi regionali e internazionali. In particolare, la costruzione della Grande Diga del Rinascimento Etiope sta causando tensioni tra Sudan ed Etiopia, mentre le conseguenze del conflitto in Libia si fanno ancora sentire nella regione.
Inoltre, non possiamo tralasciare il fatto che il Sudan è anche un Paese con enormi potenzialità, grazie alle sue risorse naturali, alla sua posizione geografica e alla sua cultura millenaria. Tuttavia, per realizzare questo potenziale, il Sudan ha bisogno di un governo stabile e legittimo, di un’economia sana e inclusiva, di un sistema educativo efficace e di un’infrastruttura moderna.
In conclusione, con questo articolo ho cercato di offrire al mio lettore una panoramica completa della situazione attuale del Sudan, ma al contempo ho cercato di sottolineare la necessità di un approccio globale e multidisciplinare per affrontare le sfide che il Paese deve affrontare. La comunità internazionale deve impegnarsi a sostenere il popolo sudanese, a promuovere la pace e la stabilità nella regione, e a costruire un futuro migliore per tutti.