L’EDITORIALE
Un terremoto di magnitudo 4.0 ha scosso il Catanese, dando ai suoi abitanti un risveglio brusco e l’opportunità di improvvisarsi esperti di ingegneria civile e collegare l’evento tellurico con Matteo Salvini. Sì, perché sui social sembra che tutti abbiano indossato il camice da ingegnere e si siano gettati in discussioni tecniche sulla stabilità degli edifici e sulla qualità delle infrastrutture. La rete è diventata una sorta di università virtuale dell’ingegneria, con brevi lezioni su come interpretare le scosse sismiche e sulla capacità di predire eventi tellurici futuri.
Ma fermiamoci un attimo e riflettiamo sui possibili messaggi profondi che la natura sembra volerci comunicare in questo preciso momento. Il primo messaggio potrebbe essere che oggi si vota a Catania. Quindi potrebbe essere che la terra abbia deciso di dare il suo contributo alla campagna elettorale con un tocco di drammaticità. Quindi, cari elettori, pensateci bene prima di mettere la vostra preziosa X sulla scheda. Magari dovremmo prendere in considerazione l’opzione del “partito sismico“, che sembra avere un’affinità particolare con le scosse telluriche.
Non possiamo ignorare l’approvazione della legge sul #PonteSulloStretto, che ha attirato un’enorme attenzione su di sé. Non appena il terremoto ha colpito la Sicilia, molti hanno subito fatto un collegamento diretto con il ponte, sospettando che ci fosse un altro messaggio nascosto dietro questa improvvisa scossa. Sì, perché ovviamente il terremoto è una forma di comunicazione della natura e sembra che il ponte sia il principale destinatario di questa lettera geologica.
E così, gli occhi si sono immediatamente rivolti all’ingegnere Matteo Salvini, che ha avuto l’ardire di calcolare e rispolverare l’audace progetto del Ponte sullo Stretto. Speriamo che il nostro intraprendente ingegnere abbia tenuto in considerazione anche le esigenze sismiche nella sua valutazione di fattibilità. Dopotutto, non possiamo sottovalutare la capacità di un politico esperto di geologia e ingegneria di prevedere e gestire un evento naturale di tale portata.
A proposito, che scuola ha frequentato Matteo Salvini? Spero che il percorso scolastico di Salvini non sia passato per il Liceo classico Alessandro Manzoni di Milano e che non si sia concluso con due tentativi universitari, mai portati a termine. Ma questa è roba di poco conto. Non è importante essere esperti nel settore ingegneristico per ricoprire il ruolo di Ministro delle Infrastrutture e promuovere la realizzazione di un ponte sullo Stretto di Messina. Quello che conta veramente è possedere astuzia e scaltrezza.
Non potevano mancare i commenti sagaci dei nostri connazionali su Twitter. L’hashtag #Terremoto è subito diventato un argomento caldo e tra i tweet si possono trovare osservazioni geniali come: “E ma in Giappone…”, come se il Giappone fosse l’unico paese ad avere il privilegio di sperimentare terremoti. Ma chi ancora crede nella geografia? Viviamo in Italia, un paese ben noto per la sua stabilità sismica, dove le tazze di caffè si muovono più spesso delle placche tettoniche.
Per fortuna, qualcuno più lungimirante ha deciso di ricordare all’ingegnere Matteo Salvini un piccolo dettaglio storico: il terremoto CALABRO-SICULO del 1908, considerato uno degli eventi sismici più catastrofici del XX secolo. Questo evento devastante colpì le città di Messina e Reggio Calabria in soli 37 secondi, causando la perdita di oltre la metà della popolazione messinese e un terzo della popolazione reggina.
Speriamo che l’ingegner Salvini sia consapevole di questo precedente storico e abbia tenuto conto degli insegnamenti del passato nel suo progetto del Ponte sullo Stretto. Costruire un ponte in una zona sismica richiede una pianificazione accurata e una valutazione attenta dei rischi.
Quindi, mentre i social si riempiono di commenti ironici, battute e lezioni di ingegneria improvvisate, dobbiamo ricordare che i terremoti sono eventi naturali imprevedibili e la loro gestione richiede competenza e responsabilità. Speriamo che questa scossa sia solo un promemoria gentile da parte della natura, senza gravi conseguenze, e che le decisioni future in materia di infrastrutture siano prese con la dovuta attenzione e conoscenza.
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