Quando l’editore diventa narratore: racconti emozionanti e personali
CATANZARO, 15 GEN 2024 – Oggi è una giornata particolare, carica di emozioni e riflessioni profonde. Non si tratta di un giorno qualsiasi, bensì del triste anniversario della partenza di mio padre, avvenuta nel 2016. Desidero aprirmi con voi, condividendo questo aspetto intimo della mia vita, poiché credo fermamente che siano i momenti intrisi di emozioni genuine a unire le persone, superando il tumulto delle notizie e dei reportage di routine. La Calabria Magnifica, di cui sono parte integrante, abbraccia anche queste sfumature umane.
Era il 2016, un anno che ancora oggi riecheggia nella mia memoria. Mio padre se ne andò, lasciando un vuoto che nessuna parola potrebbe mai colmare. In questo istante, mentre scrivo queste righe dal mio ufficio, mi ritrovo a rivivere la crudezza di quella giornata. Una giornata come tante, ma che avrebbe cambiato il corso della mia vita.
Quella mattina, ignaro di quanto stava per accadere, stavo lavorando. Mio padre non stava bene, ma la vita ci sorprende spesso quando meno ce lo aspettiamo. Ci si illude che ci saranno sempre domani per esprimere amore, per dire grazie, per condividere un sorriso. Eppure, quelle cose che diamo per scontate possono sfuggirci in un attimo.
Lui se ne andò verso mezzogiorno, un momento inaspettato che segnò il confine tra la presenza e l’assenza. Non fui subito avvisato, e la notizia arrivò come una freccia al cuore quando rientrai a casa. Gennaio è un mese che mi rende riflessivo, perché è il mese in cui mio padre avrebbe compiuto gli anni, il 5 gennaio, e il mese in cui se ne andò, il 15.
Oggi, mentre scrivo, il peso della tristezza è più evidente. È inevitabile sentirsi colpiti da un dolore che, seppur attenuato col tempo, non si dissolve mai completamente. Ma in questa giornata particolare, dedico le mie parole e il mio cuore a mio padre. È grazie a lui se oggi sono ciò che sono, se ho imparato l’importanza della passione nel mio lavoro, se ho abbracciato il desiderio di condividere storie che lasciano un segno.
Questo articolo editoriale è un omaggio, un abbraccio virtuale a mio padre, ovunque egli sia. In questo giorno speciale, voglio ricordare la sua figura, il suo sorriso, e il suo spirito che continua a vivere attraverso di me. Grazie, papà, per aver lasciato un’impronta indelebile nella mia vita.
Il ricordo di mio padre al suono di ‘Father and Son’
Nel cuore di questo articolo editoriale, mentre rifletto sul ricordo di mio padre che è andato via e sulle sfide che la vita ci ha riservato, le profonde emozioni evocate dalla canzone “Father and Son” di Cat Stevens assumono un ruolo ancor più significativo. La melodia di questa canzone, che ha segnato le epoche della mia vita, mi riporta indietro nel tempo, coinvolgendo anche una fase importante del mio passato: il periodo in cui ho dedicato parte della mia vita come speaker radiofonico.
Come il padre nella canzone esprime le sue preoccupazioni e consiglia al figlio di prendere decisioni ponderate, riesco a percepire la stessa saggezza nelle parole di mio padre. La sua voce, un tempo presente anche nelle onde radio, è ora un ritornello familiare che risuona nel mio cuore. Parallelamente, il richiamo del figlio alla necessità di esplorare e di seguire la propria strada, fa eco alle aspirazioni di libertà e autonomia che io stesso ho trasmesso attraverso le frequenze radiofoniche.
La melodia malinconica di “Father and Son” si intreccia con i ricordi della mia esperienza come speaker, creando un legame intimo tra la musica e i momenti trascorsi dietro al microfono. Questa canzone, con la sua bellezza e complessità, diventa così una sorta di colonna sonora che ha accompagnato i momenti più significativi della mia vita, sia personali che professionali.
In questo connubio di note, ricordi e voci, “Father and Son” diventa un tributo sonoro al legame speciale che ho con mio padre, introducendo una dimensione ulteriore di significato a questo articolo editoriale dedicato al suo ricordo e al mio passato di speaker radiofonico.