L’autonomia differenziata in Italia: cosa cambierà e quando
Il Senato ha recentemente approvato un disegno di legge che segna un’importante svolta nelle dinamiche di competenza tra lo Stato e le Regioni: l’autonomia differenziata. Ma cosa significa esattamente questo termine?
In poche parole, l’autonomia differenziata implica una significativa riduzione delle competenze che finora erano sotto il controllo dello Stato, con un trasferimento di poteri alle Regioni che ne faranno richiesta. Non è un cambio radicale che spacca l’Italia, bensì un tentativo di dare maggiore autonomia alle Regioni in specifici settori.
Il Senato ha dato il via libera al disegno di legge con 110 voti a favore, 64 contrari e tre astenuti. Questa riforma, proposta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, mira a ridurre drasticamente le materie di competenza esclusiva dello Stato. Il livello di autonomia che ogni Regione potrà richiedere in settori specifici verrà definito successivamente nel percorso legislativo, che potrebbe protrarsi fino al 2026 prima di entrare effettivamente in vigore.
Il cuore della riforma è rappresentato dalle “materie”, elencate nell’articolo 116 della Costituzione. Queste includono argomenti importanti come rapporti internazionali, sicurezza del lavoro, istruzione, salute, ambiente e molto altro. La definizione dei livelli essenziali di prestazione (Lep) per queste materie sarà un passaggio chiave e sarà gestita da una Cabina di regia, il cui lavoro si baserà su un comitato presieduto da Sabino Cassese.
Il percorso legislativo sarà complesso e richiederà tempo. Dopo l’approvazione al Senato, il disegno di legge passerà ora all’esame della Camera. L’attuazione sarà subordinata alla definizione dei Lep, che potrebbe protrarsi fino al 2024. Solo dopo la definizione dei Lep, le Regioni potranno iniziare le trattative per ottenere l’autonomia differenziata nei settori specifici.
I Livelli Essenziali di Prestazione (Lep) sono fondamentali in questo contesto. Sono standard stabiliti dallo Stato che le Regioni devono rispettare, simili ai Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) nel settore sanitario. La Cabina di regia avrà la responsabilità di definire questi standard, che copriranno aree come trasporto pubblico, istruzione e sostegno sociale.
L’accordo tra lo Stato e le Regioni avrà una durata massima di dieci anni e potrà essere rinnovato automaticamente, salvo diverse richieste. La questione finanziaria è essenziale: la riforma non dovrebbe comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Si cercherà di garantire l’invarianza finanziaria, evitando impatti negativi sulla distribuzione delle risorse tra le Regioni.
In conclusione, l’autonomia differenziata rappresenta un cambiamento significativo nella suddivisione dei poteri tra lo Stato e le Regioni, ma il percorso verso la sua piena attuazione sarà lungo e complesso. La definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione sarà una tappa cruciale, influenzando la portata e l’efficacia di questa importante riforma.