Disastro Ethiopian: passeggero si salva perché in ritardo

Soccorritori sul luogo del disastro aereo Ethiopian (Fonte Ansa)

Si chiama Antonis Mavropoulos e la sua storia ha dell’incredibile. Avrebbe dovuto prendere il volo Ethiopian numero ET 302 tragicamente conclusosi con la morte di 157 persone. Sarebbe sicuramente stato il numero 158 nella lista dei passeggeri che hanno perso la vita nel disastro aereo, invece è l’unico superstite.

Lo racconta dalla sua pagina di Facebook, in modalità pubblica, incredulo di ciò che gli è accaduto.

Mavrapoulos, che vive in Grecia, è un capo dell’ONG per lo sviluppo sostenibile, ‘Wasteless Future’, e come tante delle vittime dell’incidente doveva andare a Nairobi per partecipare alla conferenza Onu sull’ambiente oggi nella capitale kenyana.

Ecco il testo del post sulla sua pagina Facebook

https://www.facebook.com/antonis.mavropoulos/posts/10218365946995594

10 marzo 2019-il mio giorno fortunato
Correndo per prendere il volo et 302 Addis Abeba – Nairobi, che si è schiantato 6 minuti dopo il decollo, ero nervoso perché non c’era nessuno che mi aiutasse a velocizzare la mia partenza. L’ ho perso per due minuti. Quando sono arrivato, l’imbarco era chiuso e ho visto gli ultimi passeggeri in tunnel entrare – ho urlato di farmi passare, ma non me l’hanno permesso. Infatti, il volo l’ho perso perché non ho dato una valigia (altrimenti mi avrebbero aspettato per 10-15 minuti o più, perché per imbarcare una valigia ci volevano almeno 40 minuti). Inoltre, come ho capito in seguito, l’ho persa perché sono uscito prima e molto velocemente dall’aereo.

Le persone dell’aeroporto, gentilmente, mi hanno proposto il prossimo volo che sarebbe decollato alle 11:20, si sono scusati per il disagio e mi hanno trasferito in una bella lounge per l’attesa.

Il 10:50, mentre ero già parte parte del prossimo volo, due agenti di sicurezza mi hanno informato che per motivi di sicurezza, come un senior Officer mi spiegherà, non permettevano il mio imbarco. Nella mia forte protesta non hanno lasciato alcun margine di discussione e mi hanno portato dal loro superiore, al Dipartimento di polizia dell’aeroporto.

Mi ha detto, con molta sensibilità, di non protestare e dire grazie a Dio, perché io ero l’unico passeggero che non era entrato nel volo e 302 che mancava. Questo era il motivo per cui non potevo lamentarmi, fino a quando non hanno capito chi fossi, perché non ero arrivato al volo e tutto. All’inizio ho pensato che stessero mentendo, ma gli atteggiamenti non ha lasciato alcun margine di dubbio.

Ho sentito perdere il terreno sotto i piedi, ma sono rientrato in me  in 1-2 secondi perché pensavo fosse successo altro, qualche problema di comunicazione forse. Le persone erano gentili, hanno chiesto che dovevano chiedere le mie generalità e mi hanno lasciato aspettare.

Mi hanno fatto sedere in un salotto e mi hanno detto di aspettare lì fino a quando non mi avessero avvisato.

Stavo guardando su internet per trovare dati del volo. Gli amici di Nairobi mi hanno informato che 30 minuti dopo il tempo previsto non era ancora atterrato e non c’erano informazioni sulla sua enorme fortuna.

Per fortuna ci sono gli sms – da vicino amico ho avuto notizia che il volo si era schiantato quasi appena preso il volo e che la notizia  stava uscendo nei media greci.

Poi mi sono reso conto che devo immediatamente contattare amici e parenti  e dire loro che non ero dentro e che per due piccole circostanze random avevo perso il volo – il momento in cui ho fatto quel pensiero sono crollato perché poi esattamente mi sono reso conto di quanto sono stato fortunato.

Questo testo l’ho scritto per gestire il mio shock. Lo sto postando perché voglio dire a tutti che l’invisibile e, nēmatídia della fortuna, le circostanze in cui è la nostra vita. Sono milioni di piccoli fili che quasi non ci sentiamo mai – ma uno che si rompe è sufficiente per alimentare l’intera ragnatela, all’istante.

Davvero, è la prima volta che sono così felice di aver scritto un post e sono grato di vivere e di avere così tanti amici che mi hanno fatto sentire il loro amore – baci a tutti e un caloroso grazie per il vostro commovente sostegno. Citazione speciale per l’assistenza medica e il supporto a Jeroen Par Dijk Panos Fragiadakis Haris Kamariotakis e un grande dispiacere per la mia famiglia per lo shock ricevuto.

Forse non troppo vecchio per il rock n roll – ma di certo troppo giovane per morire…

Domenica 10/3/2019, 13:00 Addis Abeba, Etiopia

(il post è scritto a Nairobi in cui finalmente sono arrivato)

Annamaria Gnisci