Gli italiani e il conto in banca: crescono i depositi, ma dimezzati gli investimenti

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Le tensioni finanziarie che si sono susseguite nell’ultimo anno a livello mondiale hanno portato una netta diminuzione della circolazione di denaro.

Gli italiani confermano la tendenza ad accantonare soldi sul conto corrente, aumentano così i depositi in banca, cresciuti nell’ultimo anno di oltre cinquanta miliardi di euro, mentre si sono dimezzati gli investimenti nei prodotti di risparmio gestito.

Una situazione che accomuna il mondo dei privati a quello delle aziende, basti pensare che il totale dei depositi di aziende, cittadini e assicurazioni sono aumentati in media del 4%. In dettaglio, i privati cittadini hanno lasciato in banca circa il 3% in più, mentre la quota arriva a 7% quando si parla delle aziende, un andamento in costante crescita nel corso degli ultimi anni.

A frenare i consumi e gli investimenti sono la paura per l’arrivo di nuove tasse, o spese in generale, la preoccupazione per il futuro, ma anche l’instabilità a livello politico.

Gli investimenti in prodotti di risparmio gestito, fondi e polizze, hanno subito un brusco dimezzamento, con i risparmiatori e le imprese che li evitano per paura di perdere il proprio denaro, ma anche per la mancanza di informazioni comprensibili in modo semplice, su questo genere di prodotti.

In questo scenario di prudenza diffusa, sta ottenendo molti consensi il conto deposito, un modo di gestire in semplicità (e bassissimo rischio) i propri risparmi. La soluzione giusta per farli fruttare con tassi d’interesse positivi, come quelli garantiti da ING, gruppo bancario di origine olandese che offre servizi e prodotti bancari in più di 40 Paesi. Attraverso il proprio Conto Arancio, permette di gestire i propri risparmi con zero spese e un tasso d’interesse del 2% sulle somme vincolate per sei mesi.

Dai dati emersi non è chiaro quale sia l’investimento ideale per gli italiani, il 30% ritiene che l’investimento giusto non esista, il 32% ritiene che quello migliore rimanga l’acquisto di una casa o di un immobile in generale, mentre il 31% propende per investimenti finanziari maggiormente sicuri.

Uno stato di agitazione che porta i piccoli risparmiatori a una maggiore propensione nel lasciare il nostro paese verso luoghi esteri, idea che invece non è riscontrata tra chi dispone di grandi giacenze finanziarie, che vogliono rimanere in Italia per fare degli investimenti a fronte però del pagamento di meno tasse.

Una situazione economica generalizzata e del nostro paese che incomincia a preoccupare privati e aziende, un segnale non incoraggiante in vista dell’arrivo del nuovo anno, che rappresenta un treno importante per uscire definitivamente dalla crisi e che non deve essere perso per nessun motivo.

Un ruolo di vitale importanza, in questo scenario, sarà recitato dalla manovra finanziaria che il Governo italiano sta discutendo in questi giorni sia in Parlamento sia con l’Unione Europea. Documento che ha lo scopo di tracciare la linea economica del nostro paese per i prossimi mesi e che deve decretare un momento di azione per far si che non si viaggi pericolosamente verso un periodo di recessione che porterebbe solo conseguenze negative a privati e imprese.