La guerra tra Pakistan e India, sicuramente non rappresenta un passaggio facile.
I tanti immigrati provenienti dal Pakistan, ma attualmente presenti sul territorio Italiano, seguono il conflitto con interesse, per capire l’ evolversi della situazione.
Si combatte per contendersi un fazzoletto di terra, per avere la meglio sull’ altro, per espandere le proprie terre.
Gli amici Pakistani che hanno inoltrato in Italia domanda di protezione internazionale, sono davvero un buon numero.
Oggi chiacchieriamo con uno di loro per capire qualcosa in più, gli abbiamo dato un nome di fantasia, lo chiameremo Marco.
Il nostro protagonista non vuole farsi vedere in viso, ma raccontare se stesso.
Si trova in Italia da sette mesi, frequenta la scuola media e sta imparando tante cose, giorno dopo giorno.
Persone provenienti dal Pakistan, le vediamo spesso intente a vendere rose sul lungomare di Catanzaro.
Guardano alla guerra con apprensione, perché quello lì è il loro Paese, il posto dove sono nati e cresciuti.
Sicuramente i Pakistani hanno un carattere accomodante e tranquillo, poco incline a creare scompiglio, poi ogni persona naturalmente è diversa dalle altre.
“In Italia, ho imparato -dichiara- prima di rispondere agli attacchi degli altri a pensare, e proprio qui ho visto Dio”.
Curiosa risulta la sua introspezione, l’ apertura e interesse verso il mondo Europeo.
“Sono andato via dal mio Paese perché ci sono molte regole e divieti, non vorrei rientrare, se mi va ad esempio durante la cena di bere un bicchiere di vino, qui posso farlo in tranquillità”.
Ci spiega che non ha grandi pretese, vorrebbe dopo aver conseguito il titolo di studio, trovare un lavoro, per essere indipendente, rispettando le leggi Italiane.
“Il bello dell’Italia -conclude- è che ogni persona può professare liberamente la sua religione, senza invadere il credo dell’altro, senza farsi la guerra a vicenda”.
Davide Oliverio